Categories
Uncategorized

Barbra D’Urzo e il regista porco

Barbra D’Urzo e il regista porco
Barbra D’Urzo, sebbene conducesse una vita agiata e fosse un volto molto noto della TV, aveva i suoi problemi. Tutti i pomeriggi andava in onda con diversi ospiti, di cui doveva narrare le storie e i retroscena. Di loro non gliene fregava niente, ma imparare il copione che gli scrivevano gli autori non era semplice. Era essenziale capire quali fossero le parole a cui occorreva dare enfasi. Una frase detta male, un’espressione fuori luogo potevano tradursi in un calo immediato di Share, cosa che non si poteva nemmeno pensare.
Il periodo, però, era favorevole e gli ascolti c’erano. Gli autori del programma erano seri e professionali, sempre pronti a dare una mano. Non si poteva dire lo stesso di Franco, il regista.
La mattina si svolgevano le prove per andare in onda il pomeriggio e il lavoro da fare non era poco. Ma Franco era veramente insopportabile e diventava pesante oltre misura.
«Barbra, dai muoviti! Proviamo l’entrata in studio.» Lei era la star del programma, e se la trasmissione andava bene era soltanto merito suo.
«Franco, un po’ di cortesia non guasterebbe. Forse se lo chiedessi per piacere non sarebbe male.»
«Voi star siete tutte uguali, pensate che basta fare due sorrisini in camera per far andar bene le cose. Ma qua dietro ci sono persone che lavorano e che sudano, senza di noi non sareste niente. Dai, adesso proviamo l’entrata.» Barbra fece una smorfia di disapprovazione e, rassegnata, si decise ad entrare con la sua solita eleganza. Indossava un abito lungo, di colori vivaci e con fantasie floreali. Aveva uno spacco centrale che lasciava intravedere le gambe fino al ginocchio. Raggiunse il centro del palco.
«Va bene così?»
«Va bene una ceppa! Quell’abito è troppo lungo e ti impedisce di camminare con disinvoltura. E poi si vedono poco le gambe.» Barbra ripetè l’ingresso in scena, cercando di assecondare le indicazioni del regista. Con le mani si sostenne l’abito, mettendo in mostra le cosce e ancheggiò con atteggiamento sexy.
«Franco, credo che così possa andar bene.»
«È meglio, ma gli spettatori sono già abituati a vederti le cosce. Dobbiamo osare di più, devi far rizzare il cazzo agli uomini che ti guardano da casa, gli devi far venir voglia di farsi una sega! Se gli uccelli si ammosciano calano anche gli ascolti.»
«Eh, che finezza, televisione di cultura qui!» Barbra lo odiava quando faceva così, ma tutto sommato sapeva che quello che stava dicendo era vero. Così provò ancora una volta l’ingresso, questa volta divaricò ancora di più lo spacco, mettendo in evidenza tutta la coscia, fino a far intravedere il perizoma nero che impacchettava la fica.
«Oh, sì. Finalmente ci siamo! Facciamo un’inquadratura da lontano, giusto per stimolare l’appetito sessuale dei tuoi fan segaioli. Non bisogna dare tutto subito, andremo in onda anche domani!»
Barbra, come tutte le mattine, si studiò il copione delle storie che doveva dare in pasto al suo affezionato pubblico del pomeriggio. L’élite della cultura la denigrava per quello che faceva, ma non gliene poteva fregar di meno. I dati sugli ascolti le davano ragione ed era costantemente in testa alla classifica dei programmi più visti in quella fascia oraria.
Terminata la sessione delle prove mattutine, si recò nel suo camerino dove ad attenderla c’era Riccardo, il suo truccatore, nonché grande amico. Naturalmente era gay e con lui riusciva a fare confidenze senza timore di essere giudicata.
«Perché continui a farti trattare così da quello scimmione?» chiese con il suo modo di fare estremamente effeminato.
«Oh, lascialo perdere. Abbaia, ma non morde. In fondo, se non fosse per i suoi consigli, non avremmo così tanto successo. È uno che ci sa fare.»
«Non ti dovresti abbassare a tanto, non se lo merita.» Riccardo sembrava più incazzato di Barbra.
«Ti adoro perché ti preoccupi per me. Ma non ti devi far prendere dall’ansia. Se sono ancora qui a sessantuno anni è perché so come funziona il mondo dello spettacolo. Ci sono delle regole non scritte.»
«Lo so benissimo quali sono i dettami dei porci come lui, vogliono soltanto una cosa.»
« Sì, ma sono molto potenti. E alla fine anche molto idioti. Se guardi la questione da un altro punto di vista, si può sfruttare la loro dappocaggine per avere vantaggi enormi.»
«Fa’ un po’ come vuoi. La fica è tua e ne puoi fare ciò che vuoi.»
«Franco è il nipote del direttore di Canale 55 e gli basterebbero trenta secondi per scrivere un Whatsapp alla persona giusta per farmi fuori. Preferisco fare qualche piccolo sforzo per assecondarlo.» Riccardo fece un’espressione di diniego e proseguì nel suo lavoro di make up artist. Era quasi giunto al termine, quando Franco spalancò la porta del camerino, senza bussare né tantomeno chiedere il permesso.
«Allora, abbiamo finito di spettegolare?» Riccardo diventò rosso in faccia, mentre Barbra, impassibile, si guardava nello specchio. «Tu, specie di Renato Zero, potresti gentilmente uscire fuori dalle balle?» Il truccatore lo guardò negli occhi con odio senza dire niente. Dopodiché prese il suo soprabito ed uscì. Franco si mise a sedere accanto a Barbra.
Faceva il regista a Canale 55 da circa sei anni. Una carriera fulminea per avere soltanto trentasei anni. Moro, con gli occhi neri. Non molto alto, aveva un fisico muscoloso e possente e portava una camicia azzurra con i primi bottoni sganciati che mettevano in evidenza il petto villoso. «Cara Barbra, credo proprio che abbiamo trovato una bella inquadratura questa mattina. Che ne dici di riprovarla adesso, giusto per essere sicuri che sia di effetto.»
«Certo che sei veramente un perfezionista, non vuoi lasciare niente al caso!» Barbra si alzò in piedi e come una panterona sexy si alzò il vestito allargando lo spacco. Le sue cosce erano di una fattura perfetta, lisce e provocanti. Il suo perizoma nero evidenziava alla perfezione il pacco di fica.
«Vedi che quando ti impegni ci sai veramente fare», disse Franco soddisfatto. «Ti faccio vedere cosa succede ai maschi arrapati che ti guardano da casa.» Si sbottonò i pantaloni e si calò le mutande prendendosi in mano il cazzo che era già duro come il marmo. «Vedi come fai indurire l’uccello?» Barbra tutto sommato era felice di provocare ancora erezioni alla sua età. Tutti i trattamenti estetici a cui si era sottoposta erano serviti a qualcosa se riusciva ancora a far eccitare un uomo che aveva appena quattro anni in più di suo figlio. Intanto continuava a dimenarsi, sinuosa e sexy.
«Sei proprio un porcello!»
«Il porco non sono io. Tu sei irresistibile.» Franco la guardava pieno di libidine tirando su è giù la pelle del cazzo. «Sai quanti italiani vorrebbero essere al mio posto in questo momento?»
«No, dimmi.»
«Secondo i dati auditel di questa mattina abbiamo avuto un milione e settecentomila spettatori. Ammettiamo che gli uomini siano la metà, siamo a ottocentocinquantamila.» Allungò una mano per accarezzare la coscia. La fece salire su fino all’inguine per dare una palpata decisa alla fica. Un dito affondò nella fessura della passera per iniziare ad agitarsi in un movimento masturbatorio.
Barbra avvertì una sensazione piacevole e si stupì di se stessa. Molte volte nella sua vita aveva fatto sesso con registi, produttori e direttori, lo considerava parte del mestiere. Non godeva e non aveva nemmeno l’impressione di tradire il fidanzato o il marito di turno. Si adeguava semplicemente alle regole non scritte del mondo dello spettacolo e si apprestava a fare lo stesso anche con Franco. La situazione, però, stava diventando incandescente e quel gioco erotico la stuzzicava parecchio. La eccitava la vista di quel cazzo duro e nerboruto che veniva masturbato lentamente. Le carezze sulle cosce e le dita di lui, che si muovevano sul suo clitoride, non la fecero dubitare del fatto che stesse godendo alla grande. Mentalmente chiedeva scusa al suo compagno attuale, perché non aveva previsto di renderlo cornuto. Tuttavia, in quel momento, non seppe dire di no alle voglie della sua figa che si stava bagnando sempre di più.
Era semplicemente felice di risultare attraente e sexy ad un uomo di venticinque anni più giovane. E lo voleva dentro di sé. Si scostò il perizoma di lato, mettendo in mostra la fica con la depilazione alla brasiliana che era solita farsi ogni due settimane. Le grandi labbra erano completamente rasate, mentre proprio sopra il clitoride aveva origine un piccola striscia rettangolare di peli castani che si protraeva in alto per circa tre centimetri.
«Quanto cazzo sei arrapante con questa figa rasata!» disse Franco, infilando l’indice nella vagina.
«Sì, così, tirami un ditale, porco.» Lo sgrillettamento andò avanti per qualche minuto, finché Barbra non cominciò a grugnire, eccitata come una cagna in calore.
«Ah, sì! Franco, fammi mettere a sedere sul tuo uccello.» Allontanò le sue mani, si tolse il vestito e il perizoma, lasciando soltanto i tacchi a spillo che la rendevano ancora più slanciata e sexy. Lui, invece, era rimasto seduto, tutto vestito, i pantaloni calati e il cazzo fuori.
«Dai, troia. Cavalcami ‘sta minchia.» Barbra si mise a cavalcioni, agguantò l’uccello alla base e se lo pigiò dentro la passera.
«Sei slargata, senti come entra bene. Ti ha scopato stamattina il cornuto del tuo compagno?»
«Sì, perché? È un problema?»
«No, anzi! Cavalca, troia!» Barbra non se lo fece dire due volte, aveva voglia di godere. Quella mattina non era nemmeno venuta col suo uomo, ma lo sperma che era rimasto nella vagina aveva finito per tornare utile come lubrificante. Con l’uccello tutto piantato dentro si dimenava avanti e indietro, facendo strusciare il clitoride sul suo pube. Lui palpava avidamente il culo e leccava i capezzoli. «Barbra, scopi da Dio!»
«E tu sei un porco. Ti ecciti a guardare le gambe alle signore per bene come me.» Parlava e trombava. La fica bagnata si lasciava penetrare dal cazzone duro del regista infoiato. Per caso alzò lo sguardo sopra di lui e vide che nella semioscurità, Riccardo, non se n’era andato. Era nascosto dietro il drappeggio di una tenda e con la mano si stava lucidando la cappella. Continuarono a guardarsi senza smettere di fare quello che stavano facendo. Barbra era in estasi. Aveva sempre sognato di essere spiata in una situazione del genere e la sua goduria salì all’apice.
«Godo, godo, vengo, vengo! Si agitava come in preda al panico, con la faccia rossa e il bacino che tremava.
«Godi, lurida bagascia che non sei altro. Tu hai solo bisogno di cazzo!»
«Sì, sì… Oh, Ah!» Gradualmente rallentò il movimento, finché alcune piccole contrazioni involontarie non cessarono del tutto. Quando si fu fermata, Franco prese in mano la gestione della scopata ed iniziò a spingere dentro la passera, per godere anche lui. Ma Barbra lo fermò. «Sai, dietro di te c’è un’altra femminuccia a cui dar piacere.»
«Eh? Ma che cazzo stai dicendo?» Si voltò per vedere a chi si riferisse. «Brutta specie di Renato Zero, ti avevo detto di toglierti dai coglioni!» Riccardo non solo non se ne andava, ma si avvicinava pericolosamente col cazzo in mano. «Brutto frocio di merda, te ne vuoi andare!» Camminava come uno zombie, con i pantaloni calati e la mano che si agitava sempre di più. Puntava con la fava verso la faccia attonita di Franco. Il suo randello era liscio e depilato, grosso e lungo, nemmeno in uno stato di completa erezione, con due palline rugose e piccole che spuntavano tra le cosce. Franco era bloccato sulla sedia dal peso di Barbra e, preso alla sprovvista, non sapeva cosa fare. Fu colto di sorpresa e non poté evitare il primo schizzo di sborra che lo colpì sulle labbra. «Ah, che schifo! Tu sei pazzo! La tua carriera è finita!» Urlava disperato, mentre Barbra se la rideva di gusto. Gli altri schizzi non furono così potenti da raggiungere il volto, ma colarono sulla sua spalla e sul braccio, formando dei rivoli sulla camicia. Riccardo si era svuotato per bene i coglioni e adesso aveva la forza di parlare.
«Ma guarda, chi l’avrebbe mai detto. Un maschione alfa come te ricoperto di sborra. Non è che stai cominciando a cambiare i gusti?»
Franco, ormai incazzato nero, dette uno spintone a Barbra e si tirò su i pantaloni. Gli era passata la voglia di scopare.
«Voi due non la passerete liscia!» Si passò una mano sul volto e se ne andò, sbattendo la porta.

Acquista l’e-book completo di Pippo Scazzi su Amazon al link https://www.amazon.it/Marilena-i-tre-deficienti-vol-1-ebook/dp/B07K6RY74Q

Categories
Uncategorized

Sesso con due lesbiche

Sesso con due lesbiche
Simona e Francesca sono due lesbiche che convivono. Me le ha presentate la mia collega di università Sofia la quale mi ha detto che bisognava conoscerle prima di esprimere qualche giudizio maligno e non veritiero venendo spesso emarginate ed additate a troie in calore solo perché erano state viste baciarsi in un luogo pubblico.
La presentazione è stata semplice. Le due ragazze che a vederle sembravano non giovanissime ma delle donnine hanno accettato di stare un po’ con noi due e così abbiamo iniziato a parlare senza entrare nella sfera della loro sessualità. Vederle e sentile parlare era un piacere. Erano spigliate e spiritose. Ho proposto di andare a cenare insieme già dalla prima sera ed a quell’invito ne sono seguiti tanti altri scambiandoci inviti reciprocamente.
Che il piacere di stare insieme fosse tanto era evidente per il solo fatto che ci scambiavamo gli inviti.
Sono venuta così a sapere che entrambe sono musiciste, che a loro due piace l’arte moderna ma non disdegnano l’arte rinascimentale, piace essere eleganti e mostrare i loro corpi che sono realmente attraenti.
Frequentandoci nei ristoranti e trattorie abbiamo scoperto il piacere di mangiare e ognuna cercava di imparare a cucinare come gli chef realizzando a casa piatti difficili e sorprendenti, accompagnandoli con i vini migliori che compravamo nei supermercati facendo attenzione anche ai prezzi.
Simona suonava molto bene la chitarra classica e, siccome anch’io avevo imparato a suonarla ma non certo al suo livello di bravura, una sera spinta dall’euforia del vino, abbiamo deciso di provare a suonare in un duetto. Prima di iniziare ci siamo divise le parti e entrambe le abbiamo studiate. Erano parti facili e non molto dopo abbiamo provato ad eseguirle insieme. Siamo andate perfettamente a tempo con grande sincronismo; ciò per me era un fatto sorprendente.
Ovviamente eravamo felici e nella nostra gioia per il risultato non abbiamo pensato di coinvolgere Francesca che assisteva in silenzio con aria critica, anzi, sembrava un po’ irritata.
Sul momento ho avuto questa impressione che mi è stata confermata da Sofia in seguito aggiungendo che Francesca in situazioni collaborazione nel fare musica si irritava perché lei suonava il flauto e non riusciva ad intendersi con Simona. A me era apparsa come una discordanza solo professionale perché Sofia mi aveva detto che in fatto di sesso erano molto unite e concordi, anzi ogni volta che si tentavano di suonare insieme, finivano per litigare per poi riappacificarsi nel fare sesso con loro grande piacere.
Allora mi è venuto in mente di chiedere a Sofia se sbagliare qualche battuta per compiacere Francesca sarebbe stato un bel gesto e lei mi rispose, ma senza acredine, anzi con un vago sorriso malizioso sul suo bel viso, che ero sempre la solita stronza.
Da quel giorno i rapporti tra me e Francesca cominciarono a farsi più difficili. Lei sembrava gelosa del fatto che fossi in grande intesa con Simona. È così successo che è nato un piccolo diverbio tra me e lei e non è stato l’unico episodio. In seguito ci facevamo ripicche un po’ su tutto finché il disaccordo con Francesca era totale. La situazione di nervosismo si era riversata anche su Simona che era diventata via via sempre più insofferente al carattere nervoso della sua amante tanto che al culmine di un bisticcio, un giorno, era arrivata a chiederle di andare via da casa.
Saputa confidenzialmente la cosa, Sofia decise allora di intervenire in accordo con Simona perché a quest’ultima Francesca piaceva e le dispiaceva troncare il rapporto. Inoltre la mia amicizia con Simona piaceva a Sofia ma Francesca ha detto a tutte che era gelosa di me e che l’amicizia tra me e Simona a lei non piaceva. A Simona ed a me la cosa è sembrata assurda non essendoci fino a quel momento nessun rapporto con nessuna. Di conseguenza sia a me che a Simona e Sofia non venivano spiegazioni del perché le due avrebbero dovuto lasciarsi. Ho cercato di convincere Francesca ma sul momento non ero convinta di esserci riuscita.
Durante una delle nostre discussioni tra donne ho avuto l’opportunità di vantarmi di non essere più andata dal parrucchiere da tantissimo tempo preferendo tagliarmi i capelli da sola. Le tre amiche la mia abitudine hanno detto che si vedeva benissimo che era un taglio home made, ma poi, siccome Francesca diceva di saper tagliare i capelli, Simona e Sofia mi hanno convinto di farmeli tagliare da Francesca in uno dei gironi seguenti.
Ritenevo la situazione tra Simona e Francesca abbastanza degradata e per cercare di riportare pace tra le due amanti mi sono decisa a fare piccolo sacrificio di farmi aggiustare il taglio dei capelli per favorire la distensione.
Due giorni dopo sono andata a casa di Francesca ma Simona non c’era.
Francesca era vestita con un camice bianco e sul momento ciò mi è parso strano ma non le ho chiesto spiegazioni. Lei mi ha fatto sedere su una sedia con un telo addosso ed ha cominciato a tagliarmi i capelli mentre parlavamo del più e del meno con me che cercavo di non affrontare i contrasti con la sua compagna.
Francesca girava intorno a me e dimostrava una certa perizia nel tagliare i capelli, cosa che mi ha fatto pensare ad un suo passato da parrucchiera di classe oppure ad una scuola apposita.
Il suo camice era aperto ed era largo permettendomi di vedere sotto il tessuto. Avevo notato che non portava reggiseno, che i suoi capezzoli erano grossi e scuri e soprattutto molto sporgenti. Le sue tette erano grandi ma non esageratamente e la loro forma aggraziata.
Ho pensato fossero duri e lei eccitata ma non capivo da che cosa, o meglio, pensavo che avesse fatto l’amore con Simona poco prima ma Simona non c’era e non osavo chiedere.
Però nel muoversi, forse era inevitabilmente, mi ha sfiorato la spalla con la punta di un capezzolo che mi è sembrato turgido. Su di me ha avuto come l’effetto di una lama fredda che passa sulla pelle calda.
Quel passaggio non era casuale perché immediatamente tra di noi è caduto il silenzio e lei non ha detto più niente. Si sentiva soltanto il rumore delle forbici e, ogni tanto, il seno di Francesca che mi sfiorava le spalle ad intervalli sempre più ravvicinati come mi volesse trasmettere un messaggio.
In quel momento ho pensato a lei come ad una donna che volesse fare sesso con me ed ho così scoperto che farlo con lei non mi sarebbe dispiaciuto. Pur avendo fatto sesso lesbico con altre mie amiche ora mi trovavo in difficoltà come fossi stata messa in soggezione da Francesca. In effetti ero seduta mentre lei in piedi mi girava intorno.
Nell’abbassare lo sguardo avevo visto che non portava calze e l’abbottonatura lasciava intendere che non avesse neanche slip ma per come sono fatti i nostri slip attuali poteva essere anche un perizoma a stringhe che è letteralmente invisibile anche da sopra gli indumenti più aderenti.
Al termine del lavoro Francesca mi ha mostrato la nuca allo specchio; poi mi sollevatami dalla sedia me la sono trovata parata davanti.
Sono rimasta ancora in silenzio e ho sentito le mie gambe deboli. Ho cercato di parlare sforzandomi a dire qualcosa ma incredibilmente la bocca era legata.
Ho sollevato la testa ed ho trovato i suoi occhi a fissarmi. È sto istintivo abbracciarla per baciarla sulle guance e restammo attaccate.
È stato un attimo. Ho realizzato che lei era lesbica e che certamente non mi avrebbe rifiutato. Ho pensato che potevo essere un’amante passeggera o forse un’amica particolare.
Il nostro bacio è durato chissà quanto.
Lei è una ragazza alta e longilinea ed io per baciarla mi sono tenuta sulla punta dei piedi. Mentre le nostre bocche erano unite ci siamo toccate ovunque esplorando i nostri corpi.
Le lingue battagliavano dentro e fuori le labbra.
Le sue labbra avevano un sapore speciale.
Io ero eccitata e respiravo già affannosamente. Lei sentendomi pronta mi ha preso per mano incrociando le dita e ci siamo dirette in camera da letto.
Sotto il camice Francesca non aveva niente così come sospettavo.

Mi ha spogliato delicatamente baciandomi in continuazione ovunque ed altrettanto ho fatto io.
Mi sentivo lusingata da come mi spogliava dei vestiti.
Infine sono rimasta nuda.
Ci siamo stese sul letto e mi sono sistemata tra le sue gambe ed ho preso a leccarle la figa ma lei mi ha chiesto di cambiare posizione mettendoci in modo che si potesse fare un sessantanove succulento e lussurioso.
Lei, restando stesa, mi succhiava il clitoride e mi toccava la rosellina anale infilando un dito delicatamente dopo averlo per bene insalivato, io non ero mai stata toccata lì da una lesbica e mi vergognavo un po’ per l’intrusione sfacciata, ma la lasciavo fare perché mi piaceva.
Io le succhiavo il clitoride e le leccavo la fica usando le dita umide dei suoi umori per penetrare nel buco del culo che appariva carnoso e increspato.
In quel 69 ero molto concentrata ed anche Francesca lo era. In casa ormai ero sicura che non ci fosse nessuno e mi sono lasciata andare e dei gridolini di piacere oltre ai mugugni che già dai primi baci emettevo.
Un leggero rumore proveniente dalla porta della camera da letto mi ha distratto ma mai avrei pensato di trovare appoggiata sullo stipite della porta proprio Simona che ci guardava dal vano della porta.
Sul momento ho pensato che ci avrebbe fatto una scenata oppure che si sarebbe unita a noi due per fare l’amore in tre. A me non importava molto perché già Francesca mi faceva godere abbastanza ed avrei voluto volentieri farlo in tre per la prima volta, ma con mia disdetta lei, silenziosamente, sorridendo, ha riaccostato la porta ed è scomparsa.
Noi due incuranti della sua assenza abbiamo proseguito.
È stata una leccata reciproca appassionata, perché io desideravo la sua figa e lei la mia.
Così, da dove non so, sono spuntati fuori dei giochini veramente speciali. Ad esempio mi ha spiegato che un vibratore lo chiamava Aurora perché lo usava con Sofia al momento del risveglio. Trovavo quell’attrezzo abbastanza carino e molto più divertente da metterlo tra le sue gambe. Infatti nell’usarlo ho visto che Aurora è perfetta per giochi G-spot o clitoridi avendo un semplice singolo controllo a pulsante che lo rende ideale per i principianti. Direi però che a Francesca provoca orgasmi che le fanno agitare per aria le gambe tanto da farla sembrare una professionista di film porno per lesbiche.
Francesca era tettona e culona e non si è sottratta neanche quando, giratala, ho messo nel suo buchetto del culo un bel dildo. Si trattava di un dildo per sessioni da solista realizzato con materiali di alta qualità e sicuri per il corpo. Avevo pensato che l’inserimento avrebbe richiesto pazienza e tempo, invece lo sfintere al contatto di quel dildo si è allargato automaticamente a dismisura non appena avvertì la presenza della cappella del cazzo finto permettendomi un’entrata rapida e sicuramente anche indolore.
Vi assicuro che gli orgasmi che abbiamo raggiunto sono stati fortissimi.
Dopo la sarabanda, mentre eravamo sdraiate sul letto a farci le coccole post amatorie, Francesca mi ha spiegato che era stata inculata due volte da un cazzo vero, ma con quelli finti si faceva scopare spesso anche in culo da Simona.
Francesca si è poi abbandonata a dei ricordi e mi ha raccontato di quando aveva un compagno prima che si mettesse con Simona. Lui dopo aver scopato, una sera da buon psicologo le ha elencato scherzosamente i difetti dicendole che era una che non si lasciava andare totalmente perché per raggiungere l’orgasmo aveva necessità di toccarsi durante la penetrazione.
Lui lo diceva perché nello scopare altre femmine non era così: lui durava meno e loro raggiungevano l’orgasmo, seppure non sempre, con la sola penetrazione.
La donna riesce principalmente ad ottenere l’orgasmo in due modi avendo una cosa meravigliosa che si chiama clitoride. É uno strumento inventato da Dio per far godere la donna.
Francesca parte dall’idea: perché non usarlo quando si ha a disposizione una cosa così bella?
Inoltre lei mi ha detto che è sicura che ogni donna ha un cosino piccolo chiamato rimasuglio prostatico, che non altro che il punto G.
Io ho espresso i miei dubbi non avendo mai goduto e né avuto sensazioni da chi mi ha esplorato la figa alla ricerca proprio del punto G.
La mia amante del giorno è convinta che tutte le donne ce l’hanno, ma in che misura e in che posizione non è dato certo.
Francesca mi ha convinto con i suoi discorsi che la donna sia emotiva mentre l’uomo gode nel vedere. Infatti all’uomo per godere gli basta un sedere in vista mentre ad una donna basta leggere un bel racconto o romanzo per fantasticare e godere.
Ciò era vero. Era successo anche a me che ottenevo orgasmi solitari e non, toccandomi il clitoride, ma anche toccandomi le tette ed i capezzoli o altre parti sensibili.
Francesca ha aggiunto che fin da quando aveva 15 anni ha avuto rapporti lesbici e alcune di loro non hanno mai avuto orgasmo con lei, altre hanno avuto orgasmi solo con le leccate del clito, altre con manipolazione del clitoride ed anche con penetrazione, mentre Sofia ha orgasmi vaginali senza manipolazione.
“Devo dire che la situazione che preferisco è quest’ultima, ma non mi sono mai creato problemi particolari se non per quelle che non riuscivano mai a venire”
Nel parlare ci siamo messe in modo che fossi seduta sul letto con le spalle appoggiate a lei. Sentivo bene le sue tette ed i capezzoli appuntiti. Le gambe di entrambe erano larghe ed una sua gamba era sopra la mia.
Francesca approfittava della posizione per accarezzarmi la vulva, le tette, la pancia e baciarmi sul collo. Io la ascoltavo affascinata e la lasciavo fare.
Se Sofia ci avesse visto sicuramente avrebbe detto che la scena vista sarebbe stata si sue lesbiche innamorate ma di lei sembrava quasi esserci dimenticate. Non c’era letteralmente nessun altro posto dove i nostri sguardi andassero se non oltre l’una sull’altra. Stavamo inconsciamente interpretando una scena girl-on-girl con abbondante clit-play.
Se le altre volte, con altre amiche, provavo vergogna ora mi sentivo leggera e libera come poche volte in vita mia. Non mi sono sentita anormale o sbagliata oppure una depravata.
Ora godevo tra le sue mani e per merito suo mi accorgevo che è un problema di preliminari o di attenzioni da parte sua che mi stavano facendo godere.
Restando in quella posizione senza vergogna reciproca abbiamo visto aprirsi la porta della camera ed entrare Simona che ci invitava ad andare in cucina per un caffè e fumarci una sigaretta, apparentemente tanto contenta di vederci così affiatate che per un attimo ho pensato di avere avuto un’allucinazione ed anche chiedermi se la Simona del vano della porta era vera.
Mentre Simona scivola seducente tra noi due compagne di scena la tensione sessuale è salita alle stelle, Francesca fa un lavoro spettacolare aiutandomi spinta e su una spinta affinché mi distendessi per sottomettermi ai loro voleri.
Le lascio fare e successivamente è Francesca a distendersi aspettando con impazienza che Io e Simona le restituiamo il favore raggiungendo la realizzazione delle fantasie tanto desiderate.
Se qualcuno ci avesse visto avrebbe goduto di una scena da film porno a tre in cui la diffusione del piacere verso altri sarebbe stata notevole.
Più di una volta abbiamo fatto scene che avrebbero lasciato senza fiato un osservatore perché scene di ragazza su ragazza entrambe carine sono al confine con l’arte.
Con Francesca ho avuto altri incontri erotici.
In uno di questi Francesca mi ha detto che lei era lesbica per scelta ideologica, mentre a Simona piacevano soltanto le donne, e che fare l’amore ogni tanto con gli uomini era gradevole, ma ha rimarcato solo ogni tanto.
Quanto al fatto di aver scelto me, mi ha detto che io con lei non ero stata autoritaria.
La mia amica Sofia che mi ha presentato le due giovani donne non mi ha mai detto di sapere di sapere niente di noi tre insieme a fare sesso ma sono convinta che in qualcuna delle loro chiacchierate non si fossero raccontate tutto pur essendoci fra di loro molta sincerità.
Comunque quando ci riunivamo era sempre molto piacevole e ci divertivamo molto. Simona e Francesca litigavano sempre pur sapendo che era un modo solo apparente di essere in contrasto.
Il ricordo di quegli incontri nella solitudine di casa mi ha portato più volte e sgrillettarmi ed a godere ancora per ciò che le mie amiche mi hanno e si hanno fatto senza remore ma pensando solo al dare e ricevere piacere.

Categories
Uncategorized

La prima Trans non si scorda mai

La prima Trans non si scorda mai
Si chiamava Silvia.

Non lo sapevo ancora quando, in una fredda serata invernale, la incontrai sui viali.

Non era così facile scopare negli anni ’80: per arrivare a “boccino” con una ragazza ci voleva molto – troppo – impegno. La nostra generazione (almeno quelli che ho conosciuto) ha vissuto la propria tarda adolescenza martellandosi ancora il pistolino di pugnette: nostre muse ispiratrici le grandi attrici porno dell’epoca, i nostri mezzi i mitici giornaletti porno…

In essi vi erano rappresentati i nostri segreti sogni erotici: casalinghe ninfomani, la vicina di casa, la zia…

Guardo cosa offre adesso il web e mi accorgo che il mondo non è poi così cambiato.

Vero è che, a parte il ripetitivo supporto cartaceo, lavoravamo molto più con la fantasia rispetto ad adesso.

Non so chi sia stato più fortunato tra noi e gli attuali adolescenti in fase masturbatoria….

Sì, avevo già scopato con diverse ragazze ma la quotidiana erezione dolorosa andava placata e, alla fine, stufo di “arrangiarmi”, avevo ceduto all’idea di pagare. Mi ricordo ancora la prima “professionista” (non mi piace definirla puttana…) rintracciata grazie ad un settimanale di inserzioni. Niente cellulari: semplicemente indirizzi e campanelli. Mi ricordo che questa mia prima “professionista” mi accolse come una cara zia in casa sua: mi offrì un caffè mentre finiva di cucinare: la prima scopata a pagamento avvenne in una full immersion di odore di ragù… Non mi piacque molto…

Proprio per questo motivo, vista l’esperienza troppo “familiare”, trovai il coraggio di avventurarmi in esperienze più piratesche: le strade ed i giardini, sul far della sera, si popolavano di signore impellicciate pronte a farti “fibrillare” dietro un cespuglio od appoggiati ad una macchina parcheggiata. Costi più popolari, rapidità di esecuzione unita ad una bella botta di adrenalina….

Non ero un assiduo frequentatore ma, nel momento in cui si univano i due fattori X – palle troppo piene e qualche spicciolo risparmiato – mi dedicavo alle mie solitarie zingarate in cerca ogni volta di un’esperienza unica. Raramente, vista l’abbondanza dell’offerta, sono tornato due volte dalla stessa “professionista”.

Ero diventato abbastanza esperto della vita notturna della città: sapevo che in certe zone ci stavano le “vecchie” (adesso di direbbe grannies), in centro si incontravano quarantenni con stanza (MILF?), nei giardini di periferia molte straniere e, nelle zone più remote del parco trans e, soprattutto, molti travestiti. DI quest’ultimo “genere” non avevo mai usufruito convinto come ero che l’idea di andare con un uomo (a pagamento oltretutto) non facesse per me.

Quella sera, dopo aver abbandonato alla chetichella i miei amici, mi ero lanciato in un tour lungo i viali. Spesso le new entry bazzicavano proprio lì per farsi conoscere ed in più di un’occasione mi ero ritrovato tra le mani degli ottimi bocconcini…

Faceva freddo (troppo freddo) e piovigginava. Il dato meteorologico, unito all’ora tarda (le una erano notte inoltrata in quegli anni…) creava le peggiori condizioni per un’abbondanza di scelta. Infatti, non appena m’incamminai lungo il viale, mi resi conto che quella non sarebbe stata una serata fortunata: poche macchine, poche “professioniste”.

Poche settimane prima, proprio lungo quel viale, avevo abbordato una bionda quarantenne schizzata che mi aveva fatto divertire davvero molto: aveva scelto me (appiedato, squattrinato ma giovane) ad un canuto signore in Mercedes. Ero stato fortunato…

Senza perdermi d’animo, dando un ulteriore scolata alla bottiglietta di liquore, mi incamminai verso la parte più periferica del viale: in lontananza vedevo macchine fermarsi per poi ripartire.

Alta, lunghi capelli neri, impelliciata in un visone scuro. Camminava in su e giù come ballando…

Le macchine si accostavano, giusto due parole, ripartivano sgommando…

Strano comportamento, mi dissi. Forse aveva un viso orrendo o, forse, chiedeva troppi soldi…

Nella speranza che non me la “fregassero”, mi mimetizzai tra le auto in sosta per capire meglio.

Un’ auto con a bordo due ragazzi con la musica a tutto volume si avvicinò al mio “target”: la vidi avvicinarsi al finestrino, aprirsi la pelliccia per mostrare la “mercanzia”, le urla entusiaste dei ragazzi e, dopo un rapido parlottare, l’auto ripartì sgommando…

Era arrivato il mio turno: viale deserto, nessuna auto in vista.

Ultimo sorso di alcool, accensione sigaretta e, via, camminata indifferente nel controviale.

La oltrepassai. Lei, voltata di spalle, scrutava l’orizzonte in attesa di clienti: non si era neanche accorta di me.

Proseguii per un centinaio di metri. Oltre lei, quella sera, non c’era anima viva…per cui “o lei o lei” – mi dissi.

Terminai la sigaretta accendendomene a ruota un’altra. Il viale deserto m’incoraggiava all’azione.

Mi stavo preparando mentalmente alle frasi di rito quando, anticipandomi, la vidi venirmi incontro…

“Scusa, hai una sigaretta?….” – mi chiese abbracciandosi stretta alla pelliccia

Non era una donna, no, non lo era. Ma rimasi come inebetito ugualmente: un visino da cerbiatta, profondi occhi neri che sovrastavano un sorriso malizioso…

Balbettando imbarazzato cominciai a frugarmi nelle tasche alla ricerca del pacchetto.

“Che fai da queste parti? Vuoi scopare?…” – mi chiese sorridendo mentre prendeva la sigaretta dalla mia mano tremante

Attimi, frazioni minime di tempo in cui devi prendere una decisione. Non dovevo avere un’espressione particolarmente intelligente e, sicuramente, la bocca doveva essere rimasta aperta dalla sorpresa.

“Beh, non mi fai accendere?…” – mi chiese lasciando che la pelliccia le si aprisse sul davanti

E qui la mascella mi deve essere davvero caduta a terra: il viso da cerbiatta sovrastava un corpo giovane e tonico corredato da tette davvero ben fatte. Ed uno sfizioso cespuglietto nero incorniciava un grazioso pisellino ancora pendulo…

“30 di bocca, 50 bocca e culo…” – mi disse con estrema naturalezza mentre si accendeva la sigaretta

La vita è fatta di attimi e quell’attimo mi ha parzialmente cambiato la vita. Non le risposi, o meglio, le chiesi soltanto dove saremmo potuti andare.

Mi sorrise (bellissimo sorriso !!!) e mi fece l’occhiolino…

“Seguimi un po’ a distanza che da queste parti nessuno si fa i cazzi propri….”

Camminammo per due o tre minuti: mi guidò per piccole stradine laterali, scese scale ed aprì cancelletti privati, fino a quando, con mia sorpresa, aprì la porta di una centrale termica di un condominio invitandomi ad entrare.

L’illuminazione stradale illuminava debolmente l’angusto locale con la sua luce arancione. La temperatura era piacevole.

“Mi dai i soldini amore?…” – chiese di prassi la trans togliendosi la pelliccia ed appendendola ad un gancio

Ancora più confuso di prima e con l’erezione in corso, presi la manciata di soldi che avevo in tasca e gliela porsi.

E poi fu il delirio.

Non so quanto durò in termini temporali. 5 minuti? 1 Minuto? 1 Ora?….So soltanto che anche adesso, quando ripenso a quegli istanti, mi ritrovo nella dimensione in cui lei mi trascinò.

Il suo corpo nudo tra le braccia, le lingue che cominciarono a saettare impazzite, le mani che frugavano ovunque. Mi ritrovai parzialmente nudo anche io con la sua bocca che, mordendo e leccando, esplorava ogni angolo del mio corpo.

C’è poco da fare: solo un possessore di uccello (una trans non è un uomo !!!) sa succhiare l’uccello come si deve.

Me lo ingoiò facendomi venire dei brividi che sembravano orgasmo ma che, per fortuna, orgasmo, non era. Il dedicarsi alle palle con delicatezza facendole diventare dure senza provocar dolore. Tutto eseguito con i ritmi giusti, senza frenesie ma esprimendo nel gesto il gusto di farlo…

Quando si rialzò dalla posizione accucciata mi ritrovai i suoi occhi da cerbiatta puntati nei miei ed il suo “fratellino”, che nel frattempo aveva preso vita, a contatto con il mio.

Li prese entrambi nella sua mano segandoli dolcemente mentre, soffiandomi nell’orecchio, mi proponeva giochi ancora più estremi. Giuro che non ricordo, davvero. So soltanto che mi ritrovai inginocchiato di fronte a quel corpo (perfetto !!!) di quella creatura mitologica che esprimeva in sé il meglio della natura maschile e femminile. Credo che sia proprio questo aspetto a creare il fascino, ormai diffuso, delle trans.

Il suo uccello sapeva di buono e mi sorprendevo a leccarlo con entusiasmo. L’avevo baciata e adesso la stavo leccando e, giuro, non era colpa dell’alcool.

“Dai, scopami adesso….” – mi disse invitandomi ad alzarmi

L’incappucciamento del mio uccello fu rapidissimo e, senza che neanche potessi riflettere, mi ritrovai alle sue spalle. Schiena perfetta, esile ma tonica, e le sue tette non risultavano assolutamente artificiali al tatto.

Non me ne vergogno: tre colpi mi bastarono per riempire il preservativo di sborra.

“Già venuto?…che peccato!!! Mi stavo scaldando adesso…” – mi disse mentre rapidamente provvedeva ad estrarre il goldone ed impacchettarlo nel fazzolettino – “Dai, sarà per la prossima volta…” – aggiunse dolcemente sorridendo

Con i pantaloni abbassati, completamente frastornato dagli eventi, la vidi rimettersi la pelliccia velocemente.

Un bacino a fior di labbra. Sorridendo dolcemente.

“Come ti chiami?” – le chiesi

“Silvia…” – mi rispose uscendo

Categories
Uncategorized

UNA SERATA COME LE ALTRE…..O ALMENO SEMBRAVA….

UNA SERATA COME LE ALTRE…..O ALMENO SEMBRAVA….
Non siamo mai stati amanti delle cene fuori porta di sabato sera, quando invece, dopo una settimana di lavoro e stress vari, il sabato adoriamo dedicarlo a noi, magari con una bella cenetta a due, del buon vino e poi dritti dritti sul divano di casa a fare sesso sfrenato per almeno un paio di ore abbondanti… Attenzione! Non a fare l’amore, quello lo si fa in altri momenti, ma a fare sesso tipo quello fra due amanti che a mala pena si conoscono e senza perder tempo in chiacchiere e smancerie varie passano subito al sodo… Adoro quelle situazioni in cui vengo presa per capelli piegata di forza in ginocchio e sbattuta e spinta con energia verso il cazzo…mmmhh. Ma questa è un’altra storia. E’ quello che in genere facciamo in certe situazione di fine settimana e che magari vi racconterò un’altra volta. Ma quel sabato invece andò tutto diversamente.
Avevamo da poco finalmente terminato quella noiosa cena in stile ritrovo fra vecchi amici, come al solito si era badato più al risparmio e quindi non è che avessimo mangiato chissà che e quindi il vino aveva fatto da padrone alla serata e complice lo stomaco semi vuoto, era subito salito alla testa provocando quella sensazione mista allo sbandamento e al piacere che sono certa che molti conoscono.
Scappati via finalmente, c’era da farsi qualche chilometro in macchina prima di rientrare a casa, considerando che erano già circa l’una di notte e che a quell’ora in genere si era già fatto abbondantemente sesso, l’eccitazione era oramai al culmine e le bollicine del prosecco continuavano a salire su per il cervello… Allora ho fatto la cosa più naturale che potessi fare. Mentre lui guidava, gli ho tirato fuori il cazzo dai jeans, un po a fatica, considerando che era duro come un ferro e che la posizione non era propriamente comoda, ma ci sono riuscita… Era bello turgido, durissimo con una cappella rossa che non aspettava altro che la mia bocca! Finalmente qualcosa di buono da degustare stasera!! Mi sono piegata e ho cominciato a baciarlo in punta e a limonarlo per bene lasciando che la mia saliva lo bagnasse a dovere…dopodiché me lo sono pompato per bene con la bocca tutto sino in fondo! E’ decisamente un bel cazzo come potete vedere dalle foto, ma la mia bocca è avida e la mi gola spaziosa e profonda…
Onde evitare che la serata si concludesse al pronto soccorso, abbiamo saggiamente deciso di trovare un posto tranquillo e di continuare in auto come si faceva da fidanzatini… La cosa mi eccitava anche se oramai da tempo, non conoscevamo più i posti frequentati solitamente dalle coppiette… avevamo però spesso sentito parlare e letto di questo famoso parcheggio dove era possibile appartarsi in tranquillità ma con il “rischio” di imbattersi in altre coppie per il puro gusto di guardarsi ed esibirsi (cosa che a noi piace molto fare).
Così finalmente siamo arrivati sul posto, io eccitata e bagnata come non mai e lui ancora con il cazzo in tiro e fuori dai jeans. Non sembrava esserci molto movimento a discapito di ciò che ci aspettavamo, a parte qualche auto per conto proprio e anche distante da noi. Non ci abbiamo pensato più di tanto perché la voglia di scopare era al culmine e quindi ci siamo appartati alla meglio e abbiamo aperto le danze… ci siamo subito spogliati ma io come al solito sono rimasta rigorosamente in autoreggenti, tacchi e perizoma come piace a lui. L’eccitazione e l’attesa mi aveva inevitabilmente portato a riempirmi la vescica e avevo bisogno assolutamente di fare pipì. Così non ci ho pensato due volte, approfittando della calma (apparente), sono uscita dall’auto e senza preoccuparmi di nascondermi tanto, mi sono piegata nella posizione classica e ho cominciato a liberarmi… Nel silenzio della notte devo dire che il rumore dolce del fruscio della mia pipì era davvero terribilmente eccitante, al punto che il mio lui non ha saputo resistere a s**ttarmi qualche bella foto… Sarà stato il flash improvviso complice anche quel dolce rumore, che all’improvviso abbiamo notato 3 auto mettersi in moto in contemporanea ed avvicinarsi “minacciosamente” a noi.
La situazione poteva anche essere di pericolo perché non sai mai cosa poteva uscire da quelle auto, fatto sta, che complice l’atmosfera di forte eccitazione che si era creata, l’ingenuità e l’istinto hanno avuto la meglio sulla ragione, che in quel momento ci suggeriva di darcela a gambe… Siamo rimasti li e abbiamo continuato a fare quello che stavamo facendo… Le tre auto intanto si erano avvicinate e posizionate tipo a semicerchio intorno a noi. In quel momento mi sembrava di essere su di un palco mentre loro erano gli spettatori che si godevano questo piccolo spettacolo teatrale. Una sensazione non da poco per un’esibizionista di razza come me… Sapevo ed ero oramai convinta che in quella situazione poteva davvero succedere di tutto anche se noi in genere non abbiamo mai praticato lo scambio di coppia ne tanto meno il sesso a tre o peggio in gruppo. Per farla breve sino ad allora il mio lui non aveva ancora assaporato il gusto agrodolce dell’essere un “cornuto contento” e sinceramente non mi era mai sembrato contrario all’idea di volerlo provare. Era arrivato il momento?? Fatto sta che non mi andava proprio di rientrare in auto da lui ed ho continuato a restare piegata in quella posizione anche dopo aver finito di far pipì. Con una mano mi sono appoggiata all’indietro sull’asfalto, mentre con l’altra ho cominciato a masturbarmi con energia e passione… La fica oramai era calda, rossa e bagnata già da un paio d’ore e le mie dita scivolavano al suo interno con una fluidità inverosimile… Ero eccitatissima e sentivo i loro occhi goduriosi che mi guardavano e desideravano come una vera troia! Nel culmine del mio primo orgasmo, noto (finalmente!) che uno di loro apre la portiera dell’auto e prende coraggio a farsi vedere. Il buio non aiutava tanto a scrutarne il viso ma sinceramente in quel momento del viso mi interessava davvero poco… Infatti la cosa che ho notato subito è che era mezzo nudo ed aveva tra le mani il suo cazzo duro e si trastullava con forza e velocità. Sicuramente è stato da incitamento per i suoi “colleghi” che in sequenza hanno fatto la stessa cosa… Erano nel complesso 3 singoli che quella sera non aspettavano altro che una bella troietta come me che li facesse godere e divertire.
Con mio stupore (ma neanche tanto) ho notato che i cazzi che si masturbavano per me erano quattro, compreso quello del mio lui che comodamente si stava godendo tutto lo spettacolo senza batter ciglio e ne opporsi! Ma che bravo! Allora mi sono sentita ancor di più incoraggiata e una volta in piedi mi sono diretta verso il primo che si era mostrato ai miei occhi.. Ero decisa ad andarmi a succhiare quel cazzo, lo volevo sentire tutto nella mia gola. Mi sono avvicinato a lui ma non ho fatto in tempo a prenderlo fra le mani che di un botto è esploso dal piacere facendo volare un fiotto di sborra dritto sulle miei autoreggenti, mentre il resto mi colava caldo sulla mia mano. Ci sono rimasta un po’ male ma anche soddisfatta. Si vedeva che davvero quella sera ero terribilmente eccitante… Senza nemmeno ripulirmi mi sono spostata verso il secondo che oramai si era sdraiato del tutto sul suo sedile e non aspettava altro che sentire la mia bocca. Non ho perso tempo, ho preso il suo cazzo e me lo sono infilata nella mia bocca e ho cominciato a pomparlo avidamente e rapidamente mentre con la mano accarezzavo e strizzavo le sue palle. La cosa che ho notato o almeno intuito data la poca luce, era che il tipo in questione fosse completamente depilato come piace a me e sicuramente si trattava di un ragazzo molto giovane, molto pulito e profumato… E questo mi ha invogliato ancora di più ed ero ben decisa a non staccare la mia bocca sino all’ultimo, sino a quando non avrei sentito la sua crema calda avvolgere le mie papille gustative… la mia posizione era naturalmente strategica… Bocca che lavorava a più non posso, mentre il mio culo e gambe erano esposte fuori alla vista degli spettatori e senza minimamente far t****lare tutto il mio operato in corso. Devo dire che anche il secondo non ha impiegato molto tempo a raggiungere il piacere. Un po mi è dispiaciuto perché il tipo era davvero piacevole da gustare e anche per questo motivo non ho esitato e alla sua esplosione con gioia e piacere ho raccolto tutto nella mia bocca lasciando scivolare il suo nettare giù per la mia gola… Che dire, era anche buono al gusto, davvero un bel tipo.
Ma la ciliegina sulla torta stava per arrivare… Ecco spostarmi verso il terzo che a differenza degli altri due non sembrava attendermi con ansia. Infatti era li sdraiato sul sedile passeggero, anche lui seminudo e con il cazzo incredibilmente moscio… Mi sono avvicinata a lui ma questa volta ho avuto la possibilità di sedermi al suo fianco visto che l’auto era larga e spaziosa. La mia gamba sinistra era fuori l’auto per sorreggermi, mentre la destra era sdraiata sul sedile con il mio tacco dodici molto vicino al suo viso. La situazione era diversa dalle due precedenti. Ci stavamo guardando negli occhi e mentre io con la mano destra ho iniziato a manovrare il suo cazzo, finalmente ho sentito pronunciare qualche parola… Poche parole ma decise. “Ho voglia di scoparti è possibile?” In quel momento mi ero accorta che aveva tra le mani un preservativo già aperto e pronto all’uso. Mi ha dato conferma che il tipo era molto sicuro di se già dal modo in cui aveva atteso pazientemente il suo turno. Io gli rispondo semplicemente con un secco “no grazie!” e prima di cambiare idea porto la mia bocca sul suo cazzo e inizio la mia terza pratica orale della serata. Nel frattempo con la mia mano sinistra viaggiavo ed esploravo il suo corpo… Addominali e pettorali duri e lisci…e intanto sentivo la sua bocca e la sua lingua che mi accarezzavano molto sapientemente il collo del mio piede e il mio polpaccio…Ho sentito pian piano la sua mano scendere lungo la mia coscia, era lenta ma decisa e sentivo i brividi lungo la schiena. Di colpo ho sentito le sue dita sprofondare nella fica larga e fradicia. Sinceramente non sono riuscita a capire quante dita mi abbia infilato perché ero così larga in quel momento che probabilmente avrei avuto bisogno di tutta la sua mano per sentire qualcosa. Il suo cazzo intanto continuava a gonfiarsi a dismisura e con mio gran stupore ad un tratto ho notato che facevo fatica a tenerlo in bocca senza evitare di perder fiato. Era davvero un gran bel cazzo grosso lungo e duro!! Ora capisco la sua sicurezza e spavalderia… Tra l’altro il bastardo aveva sapientemente poggiato il preservativo molto vicino ai miei occhi, quasi a volermi stuzzicare e sperare che potessi cambiare idea. Guardavo quel preservativo e sentivo quell’”odore” inconfondibile di gomma che continuavano a stuzzicarmi. A quel punto mi sono decisa ad accelerare la pratica prima che fosse troppo tardi…E si era davvero un gran bel cazzo… Ho preso a stantuffarlo con forza con la bocca ed entrambi le mani sino a che l’ho sentito gonfiarsi pronto ad esplodere come un vulcano. Questa volta ho voluto godermelo anche con gli occhi… L’ho tirato fuori dalla bocca e osservato avidamente mentre eruttava di piacere…Davvero un bel vedere… Ci siamo guardati negli occhi, un sorriso malizioso e spontaneamente ci siamo dati un bacio sulle labbra…Un addio a lui ma soprattutto ahimè a quel bel cazzo.
Oramai impregnata dei miei umori misti a tre diversi tipi di liquidi seminale, era arrivato il momento di dare soddisfazione al mio lui. E’ vero che sono troia di natura ma da brava donna devo tornare sempre a dare il massimo al mio lui…E’ questo che dovremmo fare sempre noi donne vero?? Sono andata verso di lui e le sue uniche parole sono state: “ma lo hai baciato in bocca ma sei davvero una troia!” E con fare deciso mi ha girata, piegata sul sedile e ha iniziato a montarmi da dietro con forza! Finalmente! Me lo ero meritata cavolo! Con mio gran stupore ho notato che il tipo nel frattempo si era già sistemato e aveva deciso di andar via senza godersi la scena finale… Un po sinceramente mi è dispiaciuto… Mentre i primi due erano ancora lì che continuavamo a guardare e a masturbarsi da capo….
Il resto di questa storia sono dettagli facili da immaginare… I due che escono dall’auto ed esplodono di piacere lasciando cadere tutto quel bel nettare sull’asfalto e il mio lui che al momento giusto lo tira fuori e mi viene sul culo in modo tale che anche il suo di seme non possa mancare all’appello…
Lo spettacolo è finito… è ora di tornare a casa alla vita di tutti i giorni come niente fosse. Nel tragitto un mio pensiero malizioso torna al tipo a la suo arnese notevole… ma più che altro mi tornano alla mente le parole del mio lui “ma lo hai baciato in bocca ma sei davvero una troia!” Incredibile!! Dopo essermi succhiata il cazzo di ben 3 sconosciuti, facendomi inondare di sperma, in lingerie, in un parcheggio alla mercé di chiunque, il mio lui mi da della troia per un bacio in bocca!!? Valli a capire questi uomini….

Categories
Uncategorized

Più che una SPA… era un privè!

Più che una SPA… era un privè!
Quella sera F. era emozionata…… Suo marito le avevo promesso che l’avrebbe portata ad un club privè.. Lei non c’era mai stata, aveva sempre desiderato andarci…non sapeva cosa l’aspettava di preciso, ma dai racconti del marito e delle amiche, sapeva che avrebbe avuto tutto il sesso che poteva desiderare.
Sembrava strano andare col marito, ma tutti e due non nascondevano di essere estremamente libidinosi, di amare il sesso con altri uomini e altre donne, anche sesso di gruppo, purchè fossero insieme. Insieme era un gioco erotico, da soli era il più volgare dei tradimenti…lei si eccitava a vedere quanto lui fosse maiale e gli dava del porco ad alta voce, lui di rimando affettuosamente le dava della troia, della succhia cazzi, ma intanto l’accarezzava. Si amavano….in un modo che tanti non potevano capire.
Si mise in tiro, abito da sera scollatissimo e provocante, orecchini pendenti, sandali sexy con tacco altissimo e si avviarono….. Il locale era immerso nella profonda campagna, lontano da occhi indiscreti…sembrava un innocuo ristorantino…niente di speciale di fuori….c’erano parecchie macchine…
Quando entrarono l’atmosfera cambiò, luci colorate, fontanelle, vasche zampillanti, statue dorate, quadri erotici alle pareti, morbidi divani. Una inserviente con una tunica corta all’uso delle ancelle romane ci fece strada, ancheggiava e la tunica lasciava scoperte le natiche nude e sul davanti l’ampia scollatura rivelava i seni liberi che mollemente ondulavano. F. pensò di essere ad una specie di festa in costume e iniziò ad essere delusa. La ragazza li accompagnò ad uno spogliatoio e consegnò loro accappatoio e ciabatte come ad un centro benessere. F. guardò il marito, che con un cenno le fece sapere che andava tutto bene. Furono informati che dovevano essere completamente nudi sotto l’accappatoio e lasciare tutto negli armadietti degli spogliatoi…… F. cominciò a lamentarsi…si era messa tutta elegante e ora erano tutti in accappatoio come nella spa…. Il marito disse “non ti preoccupare…ti faccio fare il giro turistico ora”.
Attraversarono un lungo corridoio e arrivarono ad una porta a vetri tutta bagnata, da cui usciva vapore caldo…era il bagno turco…F. guardò il marito, ma lui si tolse l’accappatoio, lo appese ed entrò…..lei lo seguì…subito fu investita dai vapori caldi e lì per lì non riuscì a vedere nulla, poi si abituò alla penombra e vide che la stanza era affollata da 7 o 8 persone che stavano sedute…..Si accomodarono anche loro e cominciarono a sudare….. vide un certo movimento e riuscì piano a distinguere i corpi degli altri..erano uomini e donne nudi come loro……zuppi di sudore, ma che avevano tutti le mani sui corpi degli altri…li carezzavano…gli uomini toccavano i seni, le donne prendevano in mano i cazzi e li masturbavano piano…erano scivolosi per il sudore e quei corpi bagnati erano fonte di eccitazione visiva non indifferente…..una mano toccò la coscia di F…..non sapeva di chi fosse, ma piano scivolò verso la fica e cominciò a massaggiarla piano con le dita…….isintivamente lei aprì le gambe e le dita scivolarono lungo il solco…..non sapeva se era bagnata o se era il vapore che le faceva scivolare, ma chiuse gli occhi e si abbandonò…. Era solo un massaggio perché con qual vapore bollente e il corpo che gocciolava, non si aveva quasi voglia di muoversi, ma era molto rilassante. Con la coda dell’occhio vide che suo marito Franco aveva il cazzo durissimo e guardando meglio vide che una mano femminile lo scappellava piano piano muovendolo su e giù…..Sorrise al pensiero che il suo porcone era già entrato in azione.
Dopo 10-15 minuti di eccitazione uscirono, si rinfrancarono con una doccia tiepida e si avviarono alla sauna finlandese…un ambiente ampio dove ci si poteva distendere su tre piani e anche qui era affollato di coppie che si dedicavano al sesso. C’erano maschi e femmine sdraiati, donne che facevano una fellatio nel calore dei 90 gradi, mani anche qui sul sesso delle donne e lo percorrevano con le dita…il tutto in un silenzio irreale, nelle vampate di calore che le pietre roventi trasmettevano….un paio di maschi erano soli e ammiravano i pompini che venivano effettuati, erano visibilmente eccitati e continuavano a menarselo incuranti del sudore, vicino agli occhi delle donne che ogni tanto li guardavano, glielo prendevano in mano, lo accarezzavano e gli davano una succhiata veloce come per tenerli in tiro, e poi si ributtavano sul cazzo del loro uomo….
F. non ne poteva più, il caldo e l’eccitazione non le davano tregua……uscì insieme con Franco e fecero tappa alla grande vasca idromassaggio, che conteneva solo un paio di coppie. Si infilarono dentro e rimasero appoggiati con le braccia al bordo della vasca, alzando il bacino e muovendo le gambe per ricevere meglio la spinta dell’acqua che ribolliva. F. chiuse gli occhi e allungò ancora la braccia per tirarsi più su, quando incontrò un’altra mano…..aprì gli occhi e vide che accanto avevano una coppia un po’ più giovane di loro e lei subito le sorrise. La mano che aveva toccato era la sua….la ritrasse un po’, ma l’altra mano si sporse a carezzarla e lei restò lì e glielo permise….. Franco compresa la situazione si staccò dal bordo della vasca e si mise davanti ad F. tra le sue gambe….tirandosi un po’ su, la sollevò di peso e la fece sedere sul bordo della vasca, la baciò sulla bocca, sul seno, scese e le allargò le gambe, cominciando a baciarle la fica e facendo saettare la lingue su e giù nel solco bagnato. F. si abbandonò subito al piacere e il compagno della donna fece la stessa cosa di Franco, così le due donne si tenevano per mano mentre entrambe venivano leccate. I due uomini si guardarono facendo un gesto di intesa…invertirono le parti e ognuno si ritrovò a leccare la donna dell’altro.
F. non voleva venire subito…voleva resistere…strinse la mano che la accarezzava, guardò la donna e le fece un cenno esplicito…leccami tu. Quella non se lo fece ripetere due volte, scese in acqua nella vasca, scostò il compagno, scostò Franco e cominciò a leccare avanti e indietro il clitoride e il solco che era stato prima amabilmente trattato dai due uomini. Lei si che sapeva leccare…non c’è niente da fare, una donna sapeva cosa piaceva ad un’altra donna ed F. si abbandonò pronta per avere un orgasmo. L’altra leccava, leccava, sembrava avesse mille lingue, non sapeva più quando era sul clitoride, sulle labbra, sul buco del culo…era instancabile…..sorrise al marito e vide che il compagno della donna lo stavo spompinando…lui era estasiato….valeva anche per i maschi allora che solo un maschio poteva sapere cosa piaceva ad un altro maschio. Franco la guardò, alzò gli occhi come a voler dire siamo pari……ma lei sentiva avvicinarsi l’orgasmo sempre di più….arrivava ad ondate sempre più ampie…non voleva urlare in quel posto silenzioso…si morse le labbra mentre godeva e sborrò in bocca all’altra felice di abbandonarsi così……
Quando veniva era solita rilasciare un getto di pipì che non riusciva mai a trattenere, ma questo volta fece di tutto e strinse i denti per non farlo. Non sapeva come sarebbe stata accolta questa cosa da una sconosciuta……si tenne…ma poi passata l’ondata, si alzò e disse ‘scusate devo andare in bagno’.
Il bagno erà li vicino e lo raggiunse quasi di corsa….cercò la toilette delle signore, ma vide che ce ne era una sola. Entrò…..non c’erano pareti divisorie all’interno e accanto al muro c’erano alternati i water e gli orinatoi per gli uomini…curioso. In fondo c’era una coppia…lei chinata sull’orinatoio e lui che la prendeva da dietro, col cazzo che faceva dentro e fuori dalla sua fica dilatata…dietro un muretto ad angolo ce ne era un’altra…lei seduta per terra appoggiata al muro con le mani in alto e lui in piedi davanti a lei che la teneva per le mani e aveva il cazzo davanti alla sua bocca, si muoveva avanti e indietro mimando l’atto sessuale, ma praticamente la chiavava in bocca sbattendole la testa contro il muro….la saliva le colava copiosa dalla bocca, dal momento che ad ogni colpo il cazzo le entrava fino in gola e lei , appoggiata con la nuca al muro, non poteva indietreggiare.
F. si sedette su un water lontano dalle coppie…chiuse gli occhi e liberò la vescica che le stava scoppiando…..il rumore della pipì che cadeva nel water le fece emettere un sospiro di sollievo quando sentì un movimento. Aprì gli occhi e vide accanto un uomo nudo che stava tranquillamente pisciando accanto a lei nell’orinatoio……lei lo guardò, guardò il getto caldo che gli usciva dal cazzo, guardò mentre se lo scrollava quando ebbe finito, poi ad un tratto si girò verso di lei e all’improvviso senza dire niente glielo piantò nella bocca…..lei fece per protestare anche perché sentiva il sapore amarognolo dell’orina, ma lui la afferrò per la nuca che cominciò a fare andare avanti e indietro….. F. mugulò..non voleva, ma all’improvviso sentì in gola gli schizzi caldi della sborra…Aveva finito presto…la tenne ancora un po’ muovendole la testa avanti e indietro fino a che non si fu svuotato del tutto, poi lo estrasse e senza nemmeno pulirsi si affrettò all’uscita.
F. rimase interdetta con la sborra che le colava fuori dalla bocca, cercò la carta igienica, ma non c’era…..ognuno si puliva con la bocca di qualcun altro lì, ma l’uomo non l’aveva leccata e lei aveva ancora le gocce di pipì, meno male che era depilata……così non era tutta impastata nei peli.
Si sciacquò la bocca e tornò dai tre che l’aspettavano nella zona relax, sui letti col materasso ad acqua….. anche qui c’era gran movimento…gli accappatoi non li aveva più nessuno ed era tutto un brulicare di corpi intrecciati….si vedevano gambe, busti, braccia, sederi, sessi maschili e femminili in quantità, persone di tutte le età soprattutto donne anche in là con gli anni, che afferravano più cazzi che potevano con la logica del carpe diem……domani non potrebbe volerti più nessuno. I cazzi sparivano nelle bocche, nei culi, nelle fiche, nelle mani, non necessariamente di persone di sesso diverso ed era tutto un turbinare di lingue che leccavano qualsiasi parte del corpo.
F. vide che Franco era occupato con la bocca della donna della coppia dell’idromassaggio e che il compagno la stava trombando. Si accomodò in mezzo al trio…..quando arrivò tutti smisero…..fece sdraiare la donna sulla schiena, si mise in ginocchio su di lei nella posizione del 69, le allargò le gambe e scese con la testa tra le sue cosce, le aprì le labbra depilate e cominciò a darle piccoli colpi sul clitoride con la lingua. Nel contempo abbassò il bacino fino a posare la fica sulla bocca di lei, che subito presa a leccarla e a succhiarla. Il compagno della donna che prima la stava chiavando, avvicinò nuovamente il cazzo alla fica e cominciò a strofinarlo su e giù, stando attento a non disturbare F. che la leccava nella parte superiore. F. sentì che l’eccitazione le cresceva e stava gocciolando i suoi umori in bocca alla ragazza, mescolandoli alla sua saliva… Vedeva quel cazzo che entrava fino in fondo, a due centimetri dal suo naso mentre risucchiava il clitoride con le labbra….poi lo vedeva uscire viscido e cremoso, ricoperto di un liquido vischioso biancastro. Sentiva l’odore degli umori di lei e l’odore del cazzo di lui….. L’eccitazione era alle stelle…..sbrodava anche lei e sapeva che quello stesso liquido viscido stava riempiendo la bocca, la lingua e la faccia delle donna che era sotto di lei, su cui continuava a strofinare la fica, quasi le finiva dentro anche il naso, ma lei continuava a leccarla imperterrita….il suo volto doveva essere schiumoso e pieno della sua saliva, ma lei leccava, leccava, riempiva con la saliva anche il buco del culo, su cui la lingua continuava a saettare e F. sentiva che si apriva sempre più, come una bocca affamata. Con le mani si allargò le natiche per aprire di più i suoi buchi che pulsavano e quella lingua li esplorava sempre più, mentre lei era abbagliata da quel cazzo che entrava e usciva vicino alla sua lingua che ancora cercava il clitoride.
Aprì la bocca e l’uomo subito estrasse il cazzo e gliela riempì….cominciò il gioco di metterle il cazzo in bocca, poi nella fica della compagna, poi di nuovo in bocca in un alternarsi che la faceva impazzire. Le mani erano sempre sulle natiche ad allargarle, quando sentì un dito violarle l’ano…..che era talmente pieno di saliva e lubrificato, che penetrò subito fino in fondo….Era Franco, che lo ruotò un po’ poi lo estrasse e poi ricominciò la manovra con due di dita…..che prese a far ruotare dentro alternativamente in senso orario e antiorario…..la sensazione era celestiale, unita a quella lingua vorace che non smetteva di impastarle la fica e i suoi fori ormai erano due caverne da tanto che erano dilatati. Ad un tratto sentì qualcosa di più consistente……il porco di Franco si apprestava ad incularla…..approfittava della situazione perché lei non glielo dava tanto spesso…ma ora…
L’ano era talmente dilatato e pulsante che mezzo cazzo entrò tutto insieme con un colpo solo, lei voleva quasi urlare di piacere ma uscì solo una specie di grugnito da quella bocca piena di cazzo…..Franco cominciò a dare colpi per farlo entrare tutto e ci riuscì quasi subito….mentre il compagno dalla donna usciva dalla bocca di F. e rientrava nella fica della sua lei. F. abbassò la testa e vide che la lingua della ragazza saettava sempre sulla fica, alternandosi sulle palle di Franco quando lui faceva l’affondo nel culo. Anche Franco fece il giochino del dentro e fuori…..Cominciò a tirare fuori il cazzo dal culo, per metterlo in bocca alla donna, cacciandolo in gola fino in fondo, poi lo estraeva e lo rimetteva nel culo di F. e la donna ricominciava a leccarla la fica……. Erano uno spettacolo quei 4…..da un lato cazzo in bocca a F. e in fica alla sconosciuta, dall’altra parte cazzo in culo a F. e in bocca all’altra, mentre le due donne quando avevano la bocca libera continuavano a leccarsi una con l’altra…….
Non poteva durare a lungo…..all’ennesima volta che aveva in bocca di F. il cazzo, grosso e nodoso, lui si fermò..lei sentì le pulsazioni dell’orgasmo di lui che arrivava, continuò a succhiarlo piano mentre con le dita tormentava la fica della donna senza smettere…..il fiotto di sborra in gola non la colse di sorpresa, ma fu costretta ad ingoiare per non soffocare, non fermò le mani e anche la fica sotto di lei cominciò a tremare….li stava facendo venire contemporaneamente tutti e due..altra sborra calda le si riversò in bocca, un fiume in piena, mentre le sue dita continuavano a lavorare quella fica che sbrodava e fremeva, inondandole le dita. Aprì le bocca perché non ce ne stava più , non riusciva a contenerla tutta, non voleva ingoiarne più…….e si riversò sul ventre della donna sotto di lei. Col cazzo ancora in bocca spalmò la sborra che era caduta sulle labbra di lei, spingendola anche dentro su per il canale vaginale…. era su di giri per l’eccitazione e Franco continuava a martellarle il culo col cazzo fino in fondo e le palle che le sbattevano sulla fica……la donna aveva smesso per un’istante di leccarla, ma ora aveva ripreso con più foga di prima.
L’uccello notevole dell’altro scivolò fuori dalla sua bocca, osservò le misere dimensioni a cui si era ridotto, ma si concentrò su quello che le stavano facendo….Sentiva che anche Franco stava per venire…..anche lui si fermò mentre il cazzo era piantato profondamente nel culo, ma la lingua dell’altra non smetteva…..il ventre di F. era adagiato completamente sulla faccia di lei e la sua bocca le stava procurando un altro orgasmo. Arrivava….cresceva sempre di più…il suo ventre cominciò a vibrare sotto l’onda che la travolgeva…..Dio come era forte…… sbatteva sulla faccia della donna urlando di piacere e in quel momento il getto violento di sborra calda di Franco le penetrò nelle viscere….il suo buco del culo era una ventosa che accoglieva quel cazzo e lo risucchiava per poi allargarsi oscenamente dilatato. Franco approfittò per sgusciare fuori, con l’uccello ricoperto della sborra che si era spalmata su lungo le pareti del suo culo…..lo maledisse perché lo voleva ancora dentro, voleva altri getti caldi, ma sapeva che il porco lo avrebbe messo nella bocca dell’altra ed era proprio così. Franco si tenne per non sborrare ulteriormente, estrasse il cazzo gocciolante e subito lo piantò in gola all’altra, che lo aspettava a bocca aperta….la chiavava selvaggiamente in bocca e scaricò l’altra sborra in quella gola vorace. L’osceno su è giù faceva scivolare gocce di sperma fuori dalla bocca della donna e Franco mentre veniva non poteva fare a meno di ammirare il culo palpitante di F. col buco spalancato che sembrava un antro senza fondo…..
F. aveva fatto venire contemporaneamente i nuovi amici e la zoccola l’aveva ricambiata facendo venire insieme loro due. Avevano goduto tutti e 4, ma F. avrebbe voluta anche tutta la sborra di Franco. Si mise in ginocchio sempre con le testa della donna fra le gambe e cominciò a spingere con l’ultima parte del retto….la donna alla vista dell’ano di F. che si dilatava e stringeva, prese a leccarla ancora in mezzo alle chiappe piene di sborra che passava poi alla fica con la lingua, quando con ultima spinta F. fece uscire tutta lo sperma che le si era accumulata nel culo, che gocciolò denso nella bocca della donna intenta a leccarla. Questa abbozzò un sorriso e non si scompose e continuò a leccare con la lingua impastata di poltiglia bianca come niente fosse. Anche F. sorrise….sapeva che era solita squirtare anche minimamente ogni volta che aveva un orgasmo, diede un’altra spinta con l’ultima parte dell’intestino e subito uno spruzzo dorato caldo finì in bocca e sul viso della ragazza che non se lo aspettava……lei non reagì, F. si voltò e fece un gesto di scuse, ma ormai era fatta….era stata ripulita…non aveva bisogno di lavarsi la faccia.
Franco ed F. si alzarono, salutarono le coppia e proseguirono per il corridoio….C’erano tante porte aperte dietro cui si vedevano coppie aggrovigliate, quartetti come il loro fino a poco prima, o vere e proprie orge. Ancora F. vedeva molte over 60 che erano quelle che si davano più da fare. A quell’età o avevano tirato i remi in barca e avevano chiuso col sesso, o ne approfittavano ampiamente… Franco le diceva che erano le più assatanate,le più porche…erano molte ricercate perché si prestavano a qualunque fantasia…anche la più perversa.
I singoli scarseggiavano, ma le avevano spiegato che questa era la zone dedicata alle coppie dove i singoli erano ammessi solo su espresso invito di una coppia, per quello i maschi erano poco più delle donne. Quanto le piaceva questo privè…..
Camminavano nudi, l’accappatoio era rimasto chissà dove, d’altronde gli ambienti erano molto riscaldati….. Arrivarono in un salone pieno di luci cangianti che assumevano varii colori e dove in mezzo c’era una specie di letto, di divano senza schienale che chissà che significato aveva, e da un lato c’era una cancellata (cosa curiosa) che separava la stanza da un largo corridoio dove si intravedeva altra gente nuda…
Franco la spinse verso la cancellata…..le disse “appoggiati di schiena alla cancellata guardando verso di me e alza le braccia e allarga le gambe” .. lei ubbidì e Franco le chiuse i polsi e l caviglie a delle specie di ceppi che erano lì a questo scopo e lei rimase bloccata come crocifissa in piedi poggiata alla cancellata senza potersi muovere…….il suo corpo splendido faceva una X….i seni sudati si alzavano mentre lei respirava e Franco ammise a sé stesso che aveva per moglie una vera bomba sexy, una donna che faceva impazzire solo a guardarla….
F. sorrise…non capiva dove portava questa cosa, lo chiese a Franco e lui le disse di aspettare…… Lei cominciò a sentire un brusìo dietro di sé che aumentava di volume con il passare del tempo…quasi c’era una folla dall’altra parte del cancello…….e capì……i singoli….erano i singoli esclusi dalle coppie che finalmente potevano toccare una donna. Si appoggiarono in tanti dall’altra parte del cancello e cominciarono a tendere le mani, avidi di toccarla. Si sentì afferrata da cento mani, vide che si protendevano tra le sbarre, la toccavano, ma altri spingevano per farlo, le stringevano le natiche , i seni, qualcuno per non volere mollare la presa le faceva anche male……le ricordava i film di zombi che aveva visto….mille mani tese che volevano afferrarla, qualcuna cominciò a insinuarsi tra le sue gambe toccandole la fica, altre riuscivano ad allargarle le labbra per insinuarsi all’interno, ma poche ci riuscivano, spinte dagli altri che sopraggiungevano che cercavano di spostare quelli che c’erano già per riuscire a toccarla a loro volta. Vide spuntare cazzi duri tra le sbarre….temeva di essere violentata ma non era possibile in quella ressa, dove i maschi infoiati si spostavano l’uno con l’altro. Uno riuscì a infilarle un dito nel culo, ma fu subito spinto via da un altro e così a continuare…in un carosello senza fine……i seni sembrava che volessero portarli via, le dolevano da tanti mani li avevano stretti. Si sentì bagnata nelle gambe…guardò…non era possibile….uno toccandola era riuscito anche a farsi una sega e le era venuto sulle cosce. A poco però ci prese gusto e la sua fica cominciò a diventare un lago……chi riusciva a toccarla ritirava le dita impiastricciate dai suoi umori e piano piano si abbandonò a quell’orgia mancata e chiuse gli occhi.
A quel punto Franco decise che era il caso di smettere…..lei si stava eccitando e non doveva soddisfarsi un’altra volta….doveva rimanere vogliosa per il seguito. Le si avvicinò, la baciò sulla bocca, la toccò come gli altri, lei protese in avanti il bacino per sentire il suo sesso duro e lui piano la liberò.
Si abbracciarono… lei tremava, era quasi sconvolta dall’esperienza, ma le era tornata una voglia irrefrenabile di essere posseduta, voglia di godere , voglia di cazzo a volontà….. era una troia e quella sera si sentiva nel suo ambiente, voleva essere la puttana di tutti, era nel posto giusto…quel luogo era un vero troiodromo….dove si giocava a chi era più zoccola…..
Era seduta su un puff vicino alla cancellata…gli uomini erano spariti dopo che era stata slegata e la stanza era ripiombata nel silenzio, Franco la accarezzava e lei aveva i capezzoli duri…era eccitatissima e cercava il suo cazzo con le mani, gli accarezzava le palle e voleva prenderlo in bocca……lui la calmò dicendola che la serata trasgressiva non era ancora finita. Fra di loro avevano tutto il tempo di fare sesso a casa, ma nel privè era meglio approfittare di tutte le situazioni che si potevano ancora presentare.
Lei disse “hai ragione…mi devo calmare…. Fammi stendere un po’”. Si alzò dal puff e si diresse verso lo strano divanetto che aveva notato quando era entrata…… Franco disse “sei sicura?” e lei che non capiva si stese supina guardando il soffitto e accarezzandosi da sola e passando la mano ripetutamente sulla fica, come in una solitaria masturbazione.
Stette così qualche minuto….si rilassò..le luci colorate continuavano a cambiare e la musica sexy in sottofondo accompagnava i gemiti che si sentivano provenire dalle stanze adiacenti…..il cuore le batteva forte..si stava di nuovo eccitando….quando all’improvviso si sentì come un campanello d’allarme con un suono prolungato e gli altoparlanti diffusero Amanda Lear che cantava un vecchio motivo…Queen of Chinatown. Si ricordò all’improvviso…….la regina…..era la regina…. Franco le aveva detto che se una si stendeva per più di 3 minuti su di un certo divanetto diventava la regina della serata….il che voleva dire che era a disposizione di tutti…tutti potevano usarla a loro piacimento, farle quello che volevano, donne, uomini, la zoccola di tutti, la puttana a disposizione, la troia perfetta, la latrina di maschi e femmine…..non era una posizione ambita…pochissime volte una donna si era prestata….. Tutte e tutti volevano partecipare, ma nessuna voleva essere la regina….
Franco alzò le spalle……come a dire ti avevo avvertita…ora che posso farci? Vide che la cancellata prese a scorrere, liberando l’accesso del corridoio…..e un po’ di maschi cominciarono ad affacciarsi da lì, mentre dalle altre sale arrivavano coppie curiose di sapere quale sarebbe stata la regina.
F. non sapeva se era terrorizzata o eccitata……arrivava una piccola folla……coppie e singoli ora potevano mescolarsi a volontà e rendere omaggio alla regina della serata.
Circondarono il lettino…..lei era ancora sdraiata e i corpi nudi tutto intorno quasi le chiudevano la visuale e le davano un senso di oppressione…..le mani comiciarono a toccarla, a frugare il suo corpo, erano dieci, venti, cento…non lo sapeva più. Intorno vedeva solo cazzi e fiche e mani, non distingueva i volti di nessuno…..l’odore del sesso era penetrante…..era tutta gente che fino a un minuto prima era impegnata con il sesso di qualcun altro e si sentiva….c’era anche inevitabile l’odore del sudore, di gente infoiata, di cazzi che erano stati succhiati fino all’istante precedente o che erano in fiche bagnate o in culi maschili e femminili, cazzi gocciolanti che erano stati menati dai singoli in attesa di concludere qualcosa, cazzi e fiche che avevano pisciato aspettando che qualche lingua li ripulisse dalle gocce di orina ed ora erano tutti lì per lei, che era la loro schiava……..la visuale si restringeva sempre di più..vedeva solo cazzi di tutti i tipi e forme che venivano menati vicino al suo corpo…. Avrebbe voluto scomparire, nascondersi, vedere se stessa dall’alto circondata da tutta quella gente, le sarebbe piaciuto alzarsi in volo come una elegante libellula e osservare quello che le avrebbero fatto……
Ma era sdraiata e doveva fare buon viso a cattivo gioco…..a un tratto uno le prese per le ascelle e la tirò verso di sé….non capì subito, ma quando fece per riappoggiare la nuca, trovò che la testa penzolava nel vuoto…..vedeva le ginocchia di un uomo, vedeva il suo grosso lungo cazzo oscillarle davanti al viso e subito le aprì la bocca per finire piantato nella sua gola….il porco in quella posizione poteva chiavarla in bocca e lei non si poteva muovere…..lui piegò leggermente le gambe e cominciò a muovere i fianchi avanti e indietro andando dentro e fuori dalla bocca, mentre con le mani le massaggiava la tette….le era sulla schiena, bloccata con la testa in giù, quasi non riusciva a respirare, alzò le mani quasi a spostarlo, ma incontrò una selva di cazzi che cominciò a toccare, a menare, passando da uno all’altro tanto non era possibile fare altrimenti…..ogni spazio intorno a lei era impegnato da cazzi umidi e gocciolanti di piacere….
Le faceva male il collo in quella posizione, ma si stava eccitando come una porca…..sentiva chela fica le gocciolava, doveva essere lucida e schifosamente bagnata, non sapeva quante dita la stavano toccando, ma scivolavano dentro di lei continuamente, una dopo l’altra…….il tizio venne quasi subito nella sua bocca….lei non poteva deglutire in quella posizione, per cui al primo denso getto di sborra mugolando riuscì a spostarsi e far scivolare il cazzo fuori dalla bocca, tossì ripetutamente e l’uomo segandosi con le mano finì riversando gli altri getti bianchi sul collo e sul seno. Non fece quasi in tempo a prendere fiato che un altro prese subito il suo posto…perse la cognizione del tempo…non sapeva più quanti uomini erano venuti nella sua bocca…. e continuavano…uno dopo l’altro … e poi la sborravano dovunque…..aveva la faccia piena, i capelli, il naso, il seno…..ogni tanto capitava una donna che la leccava tutta, raccoglieva la sborra con la lingua e magari la passava ad un’altra baciandola….. tra i vari maschi che le avevano preso la bocca in quel modo, c’erano anche due donne che si erano accucciate sulle sua bocca per farsela leccare, ondulando i fianchi per strofinarla bene sulla sua faccia…..non le aveva viste ma non credeva fossero giovani….le porche….una non era depilata e aveva i peli bianchi sul sesso…..tutte e due avevano raggiunto l’orgasmo sulla sua faccia e per ringraziamento mentre godevano le avevano anche pisciato sul viso……
Lei non sapeva più niente, non capiva più niente, una cazzo la stava chiavando, un altro era perennemente in bocca, aveva sempre cazzi in mano, aveva perso il conto degli orgasmi che aveva avuto, le girava la testa, che era sempre penzoloni e faticosamente riuscì a tirarsi su. Scese dal lettino e si inginocchiò per terra e cento cazzi le si pararono davanti……fino ad ora era stata usata, ora voleva condurre il gioco lei. Cominciò a succhiare cazzi passando da uno all’altro…voleva assaggiarli tutti, e intanto con le mani menava gli altri, un po’ per uno, passando da uno all’altro con la bocca e le mani…li voleva tutti..voleva che sborrassero tutti….le comparve anche un mostruoso cazzo nero, dai 25 ai 30 centimetri di lunghezza e belle grosso…a stento lo teneva in mano…….vi si dedicò con particolare passione. Ogni tanto compariva qualche fica tra un cazzo e l’altro, e a quella erano sempre riservare due o tre dita e una bella slinguata…
Non seppe quanti le sborrarono addosso mentre era inginocchiata ai loro piedi, ma quando si alzò sembrava un candeliere in cui le candele si erano tutte consumate e la cera bianca era colata tutta giù raccogliendosi alla base…….solo che nel suo caso era sborra.
La misero di nuovo sul lettino inginocchiata questa volta…….ma quanti dovevano venire ancora? Credeva di averli fatti sborrare già tutti….uno si mise sotto di lei…..la guardava negli occhi, ma le piantò subito il cazzo nella fica…lei prese a muoversi su e giù con i fianchi, ma all’improvviso sentì una fitta dietro…già …nessuno l’aveva ancora inculata….era arrivato il momento. La doppia penetrazione la esaltò..era esausta, ma inspiegabilmente si eccitò ancora e si apprestò a gustarsela tutta……. immancabilmente un cazzo le penetrò in bocca…..era fatta…tutti i buchi erano occupati…tese le mani…..trovò subito due cazzi da menare e pensò “ora non posso fare altro, facciamo venire questi 5”.
Ero uno spettacolo alle prese con 5 cazzi….con quello sotto di lei si guardavano negli occhi mentre lui la trombava, non sapeva chi aveva nel culo, ma ci sapeva fare…. Abbastanza delicatamente era andato fino in fondo e ora le sue palle sbattevano contro quelle di chi aveva nella fica. Improvvisamente quello in bocca venne…basta sborra..era sazia…ne aveva ingurgitata a litri…..girando la testa fece uscire l’uccello dalla bocca e quello subito si diresse verso la bocca aperta dell’uomo che era sotto di lei……lo vide entrare mentre continuava a sborrare….e pensò…”questo è bisex…prendine un po’ anche tu”. Infatti l’uomo parve apprezzare tantissimo…si leccava le labbra e da tanto che eccitato le venne nella fica…….aveva trovato il compagno giusto perché subito si alzò e se ne andò con lui…..
Anche quello nel culo venne copiosamente…..il clistere caldo di sborra quasi la fece venire…..l’uomo si sfilò e fu subito rimpiazzato da un altro e poi da un altro, e poi da un altro….il buco del culo non le bruciava più……era dilatato al massimo, più largo della fica……il retto pieno zeppo di sborra che le continuava a colare fuori era così lubrificato al massimo e i cazzi scivolavano dentro senza difficoltà, come mani su una saponetta che era rimasta nell’acqua…….Uno dopo l’altro le venivano nelle fica, nel culo, in bocca….la processione non finiva mai. Ad un certo punto le sembrò che la sua vagina si dilatasse a dismisura…..non era possibile che ci fosse un cazzo grosso così……erano due…….gli erano entrati in due nella fica e la stavano chiavando insieme….come era bello……voleva venire di nuovo…….era mai possibile? Quanti orgasmi poteva avere? Intanto il cazzo nero le si parò davanti alla bocca……le venne l’acquolina come davanti a un dolce prelibato..lo leccò e cominciò ad allargare la bocca per prenderlo…..non ce la faceva…era troppo grosso….riuscì a far entrare solo la cappella, ma aveva la bocca dilatata e non ce la faceva a fare un buon pompino……lui dopo poco uscì e fu subito rimpiazzato da un cazzo di normali proporzioni…… I due nella fica la eccitavano e prese a toccarsela furiosamente…sentiva arrivare un altro orgasmo…il clitoride sporgeva, lei continuava a farlo passare tra le dita, i due cazzi esplosero quasi contemporaneamente….fu un inondazione di sborra e venne anche lei tenendo la fica in mano, si sentì svenire dall’eccitazione…era un po’ provata….. i due si sfilarono dalla fica, scesero dal divanetto, si misero avanti a lei e si fecero ripulire i due cazzi sporchi di sborra dalla sua lingua…. Lei rimase a bocca aperta mentre era ancora sotto l’effetto dell’ondata di orgasmo, quando i due contemporaneamente pisciarono sulla sua lingua e nella gola….. A lei non importava più niente…era tutto buono……mando giù una sorsata e poi tenne la bocca aperta così il piscio le scivolava fuori dalla bocca piena ma senza ingoiare. Approfittò anche lei…aveva la vescica pienò e la scaricò…non si curò di chi ci fosse dietro a ricevere la sua pioggia, ma fu sicura che qualcuno era stato centrato in pieno…peggio per lui.
Vide con la coda dell’occhio il nero dietro di lei…….bè si sarebbe fatto anche quel cazzo…nella fica sarebbe certo entrato..ma si sbagliava……lui cominciò a strofinarlo prima sulle labbra, poi sul buco del culo e alternò….da tutti e due buchi continuava a colare sborra, ma lui si concentrò sul culo………lei pensò non no lì non ci entra, ma lui piano piano forzava……quel culo che era stato ripetutamente violato cominciò a cedere, cominciò ad allargarsi e la cappella riuscì ad entrare…lei si sentiva spaccare…meno male che pieno di sborra facilitava la penetrazione, lubrificato come era….era mostruoso, sia il cazzo che l’ano, che si allargava sempre più….ed entrava, continuava ad entrare, scivolava sempre più giù, fino a che fu tutto dentro fino alle palle.Lei non capiva più nulla, lo sentiva quasi in gola…..era in profondità nelle sue viscere…si sentiva dilatata, spaccata……una sensazione mai provata, ma quando lui si cominciò a muovere salì al settimo cielo…….chiese all’uomo vicino di masturbarle la fica…lei non voleva distrarsi……voleva che qualcuno la ravanasse davanti mentre il mostro la penetrava dietro…..
Quando lui venne le sembrò una cas**ta di lava calda, le riversò dentro il mondo, non finiva più, gli schizzi di sborra si susseguivano copiosi…non li contava più….la mano sconosciuta continuava a masturbarla, ebbe un orgasmo violento….cominciò a tremare tutta….si divincolò…l’enorme cazzo venne estratto di colpo come un tappo dalla bottiglia di spumante…..seguito da un getto di sborra dal culo di F. che non riusciva più a contenerla da tanta che era…… Lei si accasciò semi svenuta…era quasi in trance….non sentiva più nulla, non reagiva più…… C’erano altri uomini in coda per approfittare della sua bellezza…..lei non li vedeva più…non partecipava più…..continuarono a sborrarle nel culo, nella fica, in faccia…tanti si accontentavano di farsi una sega sul suo corpo e di venirle sul seno, sulle gambe….dovunque. Ci fu uno che le infilò le dita dentro la fica e cominciò a ruotarle nel lago di sperma che c’era all’interno…. E scivolavano una dopo l’altra…entrò anche il pollice…..l’uomo scivolò dentro fino al polso…..cominciò a stantuffarla con il braccio, muovendolo avanti e indietro….quando ne estraeva un pezzo era lucido di sperma…..mentre continuava il fisting con l’altra mano si faceva una sega….quando stava per venire sfilò il braccio e finì la masturbazione venendo esternamente sulla fica di F., poi se ne andò.
Quando fu tutto finito erano passate quasi 2 ore…..F. non si era più mossa…era come in trance…gli orgasmi in serie l’avevano spossata…tutti erano andati via….lei era ancora sdraiata su quel divanetto a pancia sotto…… Franco si avvicinò, la scosse…..veramente era un po’ un cesso….coperta di sborra dalla testa ai piedi, puzzava di piscio, i capelli sconvolti e impastati……”andiamo a fare una doccia” le disse….
Lei si alzò quasi barcollando…”bello, quanto ho goduto..” gli disse….Lui la portò alle docce, la aiutò a lavarsi, poi si andarono a vestire e si avviarono all’uscita. Prima di uscire furono accolti da un applauso scrosciante sia dal personale che dai clienti, dal padrone del locale le fu consegnata la coppa che veniva data a tutte quelle che erano state regine ( e non erano molte quelle disposte a farlo) e un certificato per cui in qualità di ex regina, aveva ingresso e consumazione gratis per sei mesi per lei e per il suo accompagnatore….
Arrivati a casa andarono subito a letto…lei non ebbe bisogno di struccarsi perché gli ultimi residui di trucco se ne erano andati ore prima…era stanchissima….voleva dormire subito. Diede la buonanotte e Franco e si voltò…dopo un minuto però si rigirò e gli disse “amore….quando ci ritorniamo?”
Franco la guardava quasi inebetito e capì che quel locale avrebbe avuto una regina molto più spesso che in passato….lei si era già addormentata e lui le sorrise…”che zoccola che sei amore….” pensò.

Categories
Uncategorized

A NOSSA PRIMEIRA VEZ

A NOSSA PRIMEIRA VEZ
Como toda a gente que anda neste meio, tem sempre que se começar por algum lado e, no nosso caso, conhecemos um casal com quem tivemos uma boa dúzia de encontros, no entanto sem nunca nada daí resultar de concreto.
Apesar de serem muito boas pessoas, de nos darmos bem e termos muitos gostos comuns quando chegava a hora “H”, o sexo propriamente dito não acontecia. Perdia-se a química, o encanto e alguma excitação que houvesse. Nada resultava. Filmes, jogos, toques, beijos. Faziam-se fotos, íamos até de férias juntos mas tudo não passava quase nunca de um primeiro encontro. NADA resultava, NADA acontecia. O tempo foi passando e fomo-nos afastando tendo ficado apenas uma boa amizade.

Um dia, estando de férias e sem nada de interessante para fazer, ligamos o portátil e sem que esperássemos, recebemos um e-mail de um amigo que tínhamos conhecido em tempos idos e com quem partilhávamos uma certa simpatia. Tinha uma conversa interessante e uma postura com a qual nos identificávamos. Partilhava também muitas das nossas ideias, fantasias e ideais. Acresce ainda que a minha esposa sentia uma certa atracção por ele e em determinada altura conversamos sobre algumas brincadeiras que um dia podíamos ter. Nesse dia convidava-nos para sair não adiantando mais nada e fornecendo apenas um novo número de telemóvel.
Não demoramos muito a decidir e ligamos-lhe. Conversa puxa conversa e palavra puxa palavra e fomo-nos encontrar com ele.
Morando ele na margem sul do Tejo e gostando todos do Meco marcámos encontro para lá.

Estávamos a meio da semana e no final do dia quando lá chegámos. Fomos tomar uma bebida num bar ali perto.
Sentámo-nos confortavelmente numa esplanada que por sinal até nem tinha muita gente. Fomos tomando uma bebida e outra e falamos, falamos e falamos. As horas voaram sem darmos conta. Ele não tirava os olhos da minha esposa e ela observava todos os gestos e movimentos que ele fazia. Ela encantara-se com a presença física dele e ela mirava bem as pernas dela bastante descobertas dado a saia mais curta que usava nesse dia.
A noite corria e a esplanada enchia cada vez mais e já não estávamos a conversar tão à vontade como de início e fomos de novo até à praia. Sentamo-nos quase á beira-mar onde corria uma leve brisa que fazia com que Maria sentisse alguns arrepios. Lisonjeiro e cavalheiro o nosso amigo ofereceu-lhe a sua camisa para que ela a pusesse pelas costas e fez com que ela ficasse sentada no meio de nós dois.
Aos poucos e com a conversa a aquecer, Miguel colava-se a ela e para nossa surpresa víamos que ele lhe começara a fazer festas nas pernas. Ela, nervosa, tremia e eu também não estava à vontade. Ele voltava à carga e, desta feita, beijou-lhe o pescoço. Intrigados, olhamo-nos e ficou-se por ali. Sem muito mais conversas abandonamos o local e despedimo-nos.

Dirigiamo-nos a casa e já ecoava o som do meu telemóvel que acabara de receber uma mensagem. Era um convite daquele que tínhamos deixado à pouco para trás.
Maria lia-me a mensagem em voz alta. Era um convite para passarmos o Sábado seguinte com ele, em casa dele e que mais tarde adiantaria os pormenores. Acabou de ler e sem hesitar aceitou.
Chegamos a casa e ela começou a dizer que tinha aceite, até para ver o que aconteceria, e até onde poderíamos ir pois não se sentia bem consigo própria pensando sempre que havia algo de errado com ela pois tudo o que tínhamos imaginado ou tentado com o casal que conheceramos, nada resultara. Inclusivé culpabilizava-se, acabando por vezes por causar mau estar e um clima de tensão entre nós.

Já era Sábado e estávamos a caminho da casa de Miguel, ambos ansiosos por chegar à sua morada. Fomos recebidos com a simpatia, elegância e simplicidade que o caracterizavam. Conhecemos a casa e detivemo-nos na cozinha onde tomamos uma bebida. Os olhos dele passeavam pelo corpo de Maria enquanto elogiava continuamente a sua forma de vestir, de se produzir, bem como a sua beleza. Passámos à sala e instalámo-nos confortavelmente nos sofás de onde podíamos admirar um concerto que passava no ecrã e que coloria aquele ambiente. A música serviu de tema para começarmos a conversar que aos poucos nos levava de encontro ao assunto do dia – a nossa presença ali. À nossa frente uma mesinha de apoio cuidadosamente ornamentada. Uma garrafa de vinho ia sendo deliciosamente degustada.
Às tantas ele levantou-se e baixou a intensidade da luz e aproximou-se de Maria enaltecendo uma vez mais a sua beleza e a sua estampa física.
Aos poucos chegava-se para ela até ficar literalmente colado a si. Olha fixamente os seus olhos, à medida que íamos falando de nós, das nossas pretensões e desejos. A sua mão trepava agora pelas pernas dela, acariciando-a e, de vez em quando subia pelo tronco acima tomando de assalto o peito dela. Maria estava a ficar com muito calor e deixava-se escorregar pelo sofá abaixo. Eu ia observando, curioso pelo que se iria passar. Maria suspirava e ajeitava-se para ele.
Aproximei-me dela e beijei-a, enquanto lhe desapertava a blusa e deixava o peito descoberto, quase lhe saltavam para fora os mamilos entumescidos pela excitação que cada vez mais ela sentia.
Levado pela maré, desapertei-lhe aquele espartilho que albergava aquelas mamas que quase pediam para serem libertadas. Miguel não se fez rogado e segurou-as. Sabiamente foi beijando uma e outra, sugando-lhe aqueles bicos cada vez mais duros. A cada mordiscadela que lhe dava ela respondia com espasmos de prazer.
Colado a ela partilhava com Miguel as suas mamas. Chupávamos com algum vigor aqueles montes eróticos e – não sei o que me deu na altura, mas pensando à distância acho que fui apenas levado pela temperatura ambiente – meti uma mão no baixo-ventre dela e pude senti-la alagada de tal forma que afastei a cuequinha para o lado e ofereci ao Miguel aquela rata rosadinha e bem rapadinha. Os seus lábios entreabriam-se e do seu interior escorria a seiva que a excitação comanda. Os olhos dele faiscavam com o espectáculo oferecido.
Lentamente foi-se afastando dela até ficar de joelhos. Tomava ela agora as rédeas da acção. Num ápice beija-lhe a fenda latejante e tirou-lhe as cuecas, olhando-a demoradamente nos olhos enquanto a sua língua sorvia todo aquele líquido e entrava aos poucos no braseiro que a queimava.
A língua entrava e a saía da sua vagina e presenteava-lhe o clitóris com a pressão da sua língua. Aos poucos a sua respiração alterava-se, tornando-se superficial e rápida.
Baixava agora o fecho das minhas calças e tirava para fora o meu instrumento que estava perdido de tanto tesão com a situação de estar a ver o que ele lhe fazia. Fiquei ainda com ele mais grosso até que ela o meteu todo na boca e começou a mamar com um desejo que até parecia que o queria comer. Fazia-o de uma forma tal como se nunca tivesse visto uma piça à frente. Ela delirava. Estava completamente fora de si. Aquela situação que muitas vezes imaginara tornara-se real. Estar ali à mercê de dois homens deixa-a desconcertada, completamente louca de desejo. Afinal aquilo tinha que se bom.
Movendo-se devagar arrastou-me consigo e abriu lhe as calças e despiu-lhas deixando que ficasse à mostra uma forte ereção. Ficámos os três muito juntos e ele sentou-se ao lado dela começando a mexer-lhe nas mamas e apertando-lhe os mamilos que se arrepiavam a cada toque mas de vez em quando sentia a mão dele roçar-me na gaita.
As mãos dele deslizaram pelas ancas dela e desciam até ao sexo dela onde ele, sem cerimónia, lhe introduziu um dedo e depois outro para depois lhos dar a chupar, tendo-se ela excitado com o seu próprio sabor. Baixou-se novo e ajoelhou-se no chão. Maria agarrou-o pela cabeça puxando-o para lhe lambesse o sexo ao que ele correspondeu melhor que ela esperava.
Miguel agora “não lhe perdoava” e lambia-a o melhor que podia e sabia e o corpo dela correspondia e contorcia-se languidamente. Aproximei-me da boca dela e ela, gulosamente, abocanhou-me o membro, chupando cada vez com mais intensidade. Senti-o a tocar na sua garganta enquanto Miguel lhe abria cada vez mais as pernas e o sexo e mergulhava bem fundo.
Ao fim de algum tempo ela não podia mais com tanta excitação, sem perder tempo, agarrou o pénis de Miguel e quase que o comeu de tanto tesão. Virada para mim, completamente nua, escancarava-se toda convidando-me a possuí-la.
Ajoelhava-se no sofá, chupando à vez cada um de nós. Depois lambia-nos em simultâneo. Estávamos também delirantes, em especial eu, pois era a minha primeira vez numa situação daquelas. Olhamo-nos e começamos a chupar-lhe as mamas.
Enquanto isso ela já se masturbava, gemendo a bom som, demonstrando a sua excitação. Miguel passou a dar-lhe o pau para chupar e ora o metia na boca, ora o esfregava na cara. Certo é que o corpo dela estremecia a cada toque. A boca dela quase engolia a gaita dele e eu sentara-me no chão deixando aquela rata escorrer para a minha boca. Aquilo estava ao rubro com todos deliciosamente excitados.
Miguel arrebatou-a para o colo dele e mergulharam para o sofá enquanto eu os observava num delicioso 69 e masturbava-me sem dar conta. Eu tentava apalpar-lhe as mamas. Ele agora lambia-lhe furiosamente a ratinha. Passava os dedos nos lábios e introduzia a língua naquela fenda em brasa e saboreava aquele petisco o melhor que podia e sabia.
Eu, inclinei-me para a frente puxando-a para mim. Os seus cabelos tapavam-lhe completamente o rosto. Afastando-os, meti-lhe o pau na boca. Ela chupava-o com força eu testava a boca e a língua dela mas contorcia-me com as manipulações dela. Agarrava-lhe o cabelo e descobria-lhe a face para ver bem o que ela fazia. Via a boca dela deslizar para cima e para baixo à medida que a tesão crescia e empurrava-lhe o membro até ao fundo da garganta. Tirei-o da sua boca mas fiquei perto dela a masturbar-me enquanto observava Miguel que cada vez a punha mais doida de desejo.
De súbito vejo-a levantar-se deixando Miguel prostrado. Comecei a descer e dirigi a língua ao sexo dela e com a perícia que julguei ter, lambi até quase ficar sem ar. Enterrei-lhe bem a língua até me doerem os maxilares. Ela estava encharcada, escorria pelas pernas abaixo e eu lambuzava-me todo nela. Espalmei bem a língua contra naquele grelinho inchado e mais que teso, ao passo que Miguel agora lhe chupava as mamas, mordiscando-lhe repetidamente os mamilos, coisa que a deixava fora de si.
Ela mandou-se literalmente para cima do sofá e pediu com voz rouca que a comesse.
Ela tinha ali dois homens na sua frente entreolhando-se, intrigados, pois não sabiam a quem ela estava a “pedir alimento”.
Decididamente “saltei-lhe para cima” e cegamente o meu mais que tudo entrou-lhe de uma assentada fazendo-a soltar um gemido. Ao mesmo tempo tomava a gaita de Miguel como sua e chupava-a, lambia-a, mordiscava-a com tanta gula que até se engasgava. Estava a “comê-la” e metia-lhe o mais fundo que conseguia. Miguel também lhe “comia” a boca, fazendo movimentos de vai-vem, cada vez mais apressados.
Não demorou muito para que nos viéssemos os dois, enquanto ela arfava e arfava de tanto desejo, e tanto gozo que se vinha mas não chegava para apagar todo aquele fogo que nós ateáramos.
Caímos os dois no sofá, um para cada lado dela que se encontrava de perna aberta com a rata latejante e vermelha dos mimos que fora alvo.
Ficámos estáticos durante alguns momentos e depois, um de cada vez, levantamo-nos, limpámo-nos e compusemo-nos.
Lentamente, começamos a falar e a trocar algumas palavras sob o sucedido. Eramos novatos naquela situação e não saíamos se havíamos de falar mais, se deixar para depois, enfim não sabíamos como reagir e aos poucos fomos arranjado maneira de sair da casa do Miguel pois estávamos sem jeito nenhum de continuar ali.
Finalmente despedimo-nos e viemos embora. Entrámos no carro e pelo caminho falámos mas estávamos um bocado confusos, contudo ela não se satisfizera e estava ansiosa por chegar a casa para poder ficar aliviada de tudo aquilo que sentia. Não conseguimos chegar a casa sem, antes de entrar na auto-estrada, parar num estacionamento vazio e mal iluminado. Detive a marcha do carro e ela, prontamente, “correu” a desapertar-me as calças e a chupar-me o pau. Chupou, chupou e chupou, até me fazer sair do carro e ir para o banco de trás onde se escarranchou em cima de mim, não dando quase tempo nem a respirar. Estava de tal forma “endoidecida” que volvidos nem uns três minutos já se estava a vir pela segunda vez.

A chegada a casa foi vista com alegria. Estávamos cansados, mas a cama não ficou sem se mexer durante cerca de mais uma hora. Agora estava eu de roda dela que me excitara ainda mais. Tive direito a tudo … e ela também. Finalmente adormecemos.

Depois desse dia não voltámos a ser os mesmos. Não mudámos de vida, não se alteraram os sentimentos de um pelo outro mas passámos a encarar estas coisas com mais intensidade e mais gosto.

Foi o despertar para outros prazeres do sexo.

Categories
Uncategorized

MEU PRIMEIRO NEGRO / By: Polly_

MEU PRIMEIRO NEGRO / By: Polly_
Meu nome é Pollyanna, mais sou mais conhecida como Polly, sou morena clara, tenho cabelos pretos lisos e compridos, tenho 1.58 de altura, frequento academia desde os meus 16 anos, considero meu corpo muito bonito, sou fitness, gosto de manter a aparência natural do meu corpo, sem exageros de músculos a mostra, acho que isso tira a feminilidade da mulher, tenho peitos naturais de tamanhos médios pra grandes, coxas medias e bunda que também considero de tamanho médio, mais a quem diga que é grande, rsrsrs, me considero uma mulher bonita, na verdade, sem falsa modéstia dizem que sou muito bonita, rsrsrs.

Eu sempre fui a princesinha dos meus Pais, somos uma família de classe alta, então eu sempre fazia tudo e tinha tudo o que queria, por volta dos meus 15 anos, eu era um pouco rechonchuda, rsrsrs, pois, eu comia um monte de besteiras e não me preocupava com meu corpo e nem com a minha saúde, mais isso logo mudou, meus Pais sempre foram fitness, então eles começaram a pegar no meu pé e cobrar uma vida mais saudável minha, então por influência dos meus Pais, eu iniciei minha vida fitness fazendo dietas e atividades físicas e também comecei a frequentar a academia com meus Pais, de início eu detestei, rsrsrs, mais logo me acostumei e acabei me tornando uma fitness também, quando eu completei meus 16 anos eu era uma outra pessoa. Virei a maior patricinha, cintura fina, bariga chapada, coxas definidas, bunda durinha, empinada e bem aredondada ( Que saudades eu tenho desse antigo corpinho meu, rsrsrs ) Passei a usar roupas sexy e bem provocantes, deixava os garotos loucos, rsrsrs. Mais não era só os garotos que ficavam loucos, os marmanjos também, eu era bastante assediada e recebia muitas cantadas, cantadas eram o que não me faltavam, mais eu nunca tive saco pra aturar isso, principalmente as cantadas dos homens mais velhos, mais eu tinha que aturar, pois isso já tinha se tornado rotina no meu dia a dia, era só eu colocar uma roupa mais grudada que já começavam a me chamar de gostosa, rabuda, delicia, etc, rsrsrs.
Minha Mãe era bastante assediada também, ela me falava que isso era algo normal, que os homens eram assim mesmo, mas para mim isso era algo escroto e falta do que fazer, com o tempo eu passei a gostar disso, as cantadas me serviam como motivação, pois se eu tava chamando a atenção, era um sinal de que o tempo gastado na academia estava fazendo efeito e valendo a pena, nesta época eu também cheguei a ter meus primeiros namoradinhos, se não me engano faram 4 namorados, meu Pai só me deixava namorar pessoas da mesma classe social que nós, e no máximo 1 ano mais velho que eu, isso me incomodava um pouco, pois os garotos mais velhos eram os que mais me atraiam, também me incomodava o fato do meu Pai sempre estar por perto, isso tornava minha vida amorosa bem limitada e a minha vida sexual um tédio, meu Pai é um armário de homem, ele é bem bravo, Isso intimidava muito os meus namoradinhos e que dificilmente se arriscavam de tentar tirar algum proveito do meu corpinho, rsrsrs. Só fui perder minha virgindade com 17 anos, e não foi lá essas coisas, rsrsrs, meu namorado que conseguiu o feito, era bem frouxo e tão inexperientes quanto eu, ele acabou que nunca conseguiu me dar aquele frio na barriga e nem saciava as meus desejos sexuais, o que me excitava mesmo era ver porno, ver cenas de sexo em lugares públicos, lugares que você não sabia o que podia acontecer, que você poderia ser pego no fraga durante o sexo, mais os que mais me excitavam eram os BBC, aqueles negros altos, másculos, brutos e fortes, eram esses que me excitavam, ver aqueles negros pegarem as mulheres de jeito, fazendo elas ficarem como uma fêmea no cio, isso me exitava, exitava muito ! Isso acabou despertando meu fetiche, tesão por homens negros, despertava meu lado a****l e é isso que eu quero contar para vocês aqui, como realizei esse fetiche que eu tinha por negros.

Isso aconteceu quando eu estava com meus 19 anos, como eu falei acima eu tinha esse tesão por homens negros, mas não era qualquer negro, precisava ser mais experiente, precisava saciar minhas vontades, mesmo eu tendo esse fetiche e estando super afim de me entregar para um negro, eu nunca tive coragem de me aproximar de um homem assim, sempre tive medo de dar algum problema, ou de me machucarem, ou dos meus Pais descobrirem que a filha patricinha deles tava de sacanagem com um homem mais velho, pra mim eu não iria realizar isso tão cedo.
Mais foi então que acabou acontecendo, meus pais tiveram que fazer uma obra na área de lazer de casa, acho que foi devido a um vazamento ou infiltramento, na sexta-feira pela manhã, logo depois de eu acordar, ouvi vozes vindas da área de lazer da nossa casa, eram vozes dos meus Pais e mais uma que não era familiar, então curiosa eu abri a janela do meu quarto que dá visão para a área de lazer, e lá estavam meus Pais e um homem, mais não era só um homem, era um negro, só sei que quando eu bati o olho nele me arrepiei toda, fiquei na janela a observar e tentar saber o porque dele estar ali e também aproveitava para admirar aquele negro alto forte, másculos e bruto, nossa que negro dos meus sonhos, rsrsrs. Fiquei ali um tempo o admirando e reparei que aquele homem aparentemente estava olhando o que deveria ser feito para arrumar o problema na área de lazer, apos ver que se tratava da tal reforma na área de lazer, voltei a ver TV em meu quarto e depois de um tempo escuto meu Pai me chamando, então desço para ver o que era, quando eu cheguei lá embaixo na área de lazer, meu Pai me apresentou ao tal homem que ali estava. Nossa ! Aquele negro era ainda maior e mais gostoso de perto, um tanto impressionada e bobada com o negro gostosão, rsrsrs, eu falei:

— Eu: Que foi Pai?

— Pai: Polly, este é o Amir, ele que vai fazer as reformas aqui na área de lazer de casa semana que vem.

Eu então cumprimentei o tal Amir de longe com um ” Oi! ” e fui até meu Pai e o abracei pela cintura, como sempre faço, e fiquei ali abraçada com meu Pai e admirando o Amir enquanto eles conversavam, nossa que negro alto, me sentia ainda mais baixinha perto dele, então no meio da conversa deles, meu Pai disse para o Amir.

— Pai: Então Amir, esta que é a minha filha, nossa garotinha!

— Amir: Ela é uma moça muito bonita!

Meu Pai então me falou.

— Pai: Polly segunda-feira o Amir vai começar as obras aqui e como eu e sua Mãe vamos estar no trabalho, vamos precisar que você acompanhe o Amir de manhã até a loja para ele comprar os materiais que vai ser necessário para a reforma, você vai com ele, tá ?

— Eu: Tá bom Pai !

Logo depois pedi licença e voltei para meu quarto, eu ainda estava impressionada com o Amir, estava impressionada com seu tamanho ele certamente passava dos 1,90 de altura.
Na segunda-feira de manhã como sempre eu levantei bem sedo para tomar café da manhã junto com meus Pais antes deles irem para o trabalho, durante o café da manhã, meu Pai me entregou o cartão de créditos dele pra mim fazer o pagamento na loja e disse que se eu tivesse alguma dúvida durante as compras com o Amir era pra eu ligar para ele, eu voltei pro meu quarto, e meus Pais foram pro trabalho, nossa empregada logo chegou, demorou um tempo ela subiu até meu quarto para avisar que o Amir tinha chegado, pedi para ela servir um café para ele que eu iria me arrumar, tirei meu pijama e tomei uma ducha rápida, coloquei uma calça jeans, uma camisa e um tênis, penteei meus cabelos, me perfumei, peguei minha bolça e desci, Amir já estava me esperando sentado na sala, então eu falei.

— Eu: Vamos ?

— Amir: Sim, claro !

Seguimos até meu carro na garagem, quando chegamos lá, advinha? O Amir mal cabia dentro do meu carro, os joelhos dele ficavam praticamente encostadas no painel, ele coube apertado e com muito esforço, rsrsrs.
Então seguimos para loja, no trajeto fomos conversando, e que voz gostosa, grossa e masculina o Amir tem, minha mente poluída viajava com aquele negro dentro do meu carro, rsrsrs. Um tanto curiosa sobre ele, acabei fazendo umas perguntas sobre ele, descobri que ele tinha 34 anos, que também era fitness e outras coisas, depois de alguns minutos chegamos na loja, onde o Amir precisava ir, quando eu cheguei na loja e desci do carro com o Amir e entrei na loja com aquele negro gostosão, eu me sentia a poderosa com aquele brutamontes do meu lado, rsrsrs, Amir comprou o que precisava, colocou no carro e voltamos para a casa, voltamos o caminho todo conversando, Amir era bem simpático e extrovertido, quando eu já estava chegando em casa, duas amigas minhas viam passando apé pela calçada, estacionei o carro em frente de casa pro Amir descer, quando elas viram aquele brutamontes negro, é claro que não perdoaram e uma deles falou:

— Amiga: Nossa Polly sé é gulosa em! Olha o tamanho do homem !

Como costumávamos sempre brincar e tirar um saro uma da outra, eu não fiquei quieta e respondi:

— Eu: Se sabe que eu gosto das coisas grandes né amiga !

— Amiga: Sei sim amiga ! Quanto maior melhor amiga!

Minha outra amiga entrou na conversa e falou:

Outra amiga: Mais e teus Pais, eles não vão gostar nada de saber que você traz pra casa em !

— Eu: Eles só vão saber se vocês contar!

O clima era de brincadeira total, e o Amir não se incomodou, me agradeceu por ter levado ele e desceu do carro rindo, foi até o porta malas e pegou as coisas que tinha comprado, antes dele entrar em casa, falou:

— Amir: Te espero lá dentro !

Sorrindo eu respondi:

— Eu: Tá bom !

Conversei um pouco com as meninas e logo depois fui para dentro, Amir já se preparava para trabalhar, fui pedir desculpas pelas brincadeiras minhas e de minhas amigas, ele falou que não tinha problema, então subi para meu quarto, como eu sempre vou pra academia malhar quase todo dia de manhã, então me arrumar para ir malhar, coloquei uma das minhas roupas de ginástica, uma calça suplex preta e um top preto também, vesti meus tênis, peguei minha mochila que sempre levo comigo e desci, avisei a empregada que eu iria pra academia e em seguida fui avisar o Amir, ele já estava trabalhando, chamei ele que estava de costas para mim, quando ele se virou e me viu ele não conseguiu disfarçar, ficou me secando, babando no meu corpo todo modelado pela roupa de ginástica, falei pra ele:

— Eu: Amir estou indo malhar agora, fala com a empregada se você precisar de qualquer coisa, que se ela não poder resolver ela me liga, tá ?

— Amir: Tá bom eu aviso sim, pode deixar, bom treino pra você !

— Eu: Obrigada ! Bom trabalho pra você, tchau !

Como eu percebi que o Amir tinha ficado me secando e eu adoro dar uma provocada, deixei a minha toalha que levo pra me secar durante os treinos cair no chão de propósito, me abaixei pra pegar, mas me abaixei sem dobrar os joelhos, só pra empinar bem a minha bunda e dar aquela provocada, rsrsrs. Peguei a toalha e chacoalhei para tirar a poeira e antes de sair olhei pra ele que estava babando e me olhando com uma cara de tesão, sorrindo eu dei um tchauzinho com a mão pra ele, ele deu outro, fui até a garagem peguei meu carro e fui malhar, depois de umas horas eu voltei pra casa e quando cheguei, fui indo em direção a área de lazer, para entrar pela porta da cozinha, fui em silêncio, antão me deparei com o Amir só de bermuda no sol quente todo suado trabalhado, nossa que negro gostoso, todo forte e depilado, minha imaginação foi a mil ao ver ele daquele jeito, Amir me viu e eu mal conseguia desviar o olhar do corpo dele, Amir também olhava pro meu corpo, o clima de sedução entre nos dois foi impressionante, Amir me olhando e falou:

— Amir sorrindo falou: Chegou ! Demorou em !

— Eu sorrindo respondi: Oi ! voltei ! É que o treino é demorado !

— Amir: E como Foi ?

— Eu: Cansativo e dolorido.

— Amir: Sem dor sem ganho, nada se consegue sem um esforço, não é ?

— Eu: Sim, claro ! Vou subir me banhar, estou exausta, qualquer coisa que você precisar me avisa ou avisa a empregada, tchau.

— Amir: Tudo bem, vai lá eu te chamo se precisar !

Subi pro meu quarto me banhar e durante o banho fiquei excitada, certamente por ver o Amir sem camisa e também pelo clima de sedução que rolou, minhas fantasias sexuais por negros me forçaram a se masturbar no banho, me masturbei a imaginar o que o Amir faria comigo entre 4 paredes, me masturbei até gozar, em seguida terminei o banho, como estava bem calor coloquei um vestido e me deitei na cama, liguei a TV e logo ouvi um barulho que parecia ser de água, o barulho vinha lá de fora, da área de lazer onde o Amir estava, fui até minha janela e olhei longe, não vi nada, quando percebi que o barulho vinha da parte de baixo de casa bem embaixo da minha janela, olhei e MEU DEUS ! Me saltou aos olhos um belo caralho negro adormecido, mesmo assim fiquei impressionada e olhando ele mijar, ele terminou e deu uma bela chacoalhada e guardou pra dentro do shorts, sai da janela rapidamente pra ele não me fraguar ali, eu fiquei excitada e não conseguia mais ver TV, minhas fantasias sexuais não me deixavam em paz, eu só conseguia ficar pensando no caralho do Amir e no restante do dia, toda vez que ouvia o tal barulho de água, sabia que era o Amir mijando e coria pra janela admirar aquele caralho negro, a noite me masturbei pensando naquele caralho negro.

Na terça-feira acordei bem excitada, o Amir mexia comigo, com meu psicológico, de manhã eu fiz praticamente as mesmas coisas do outro dia, fui para a academia e ao chegar conversei e troquei uns olhares com o Amir, e claro fiquei a espiar ele mijar, mais ficar a ver isso me deixava louca, completamente excitada, então eu me toquei que se eu queria ter relação sexual com um negro e realizar meu fetiche, a oportunidade estava ali, estava dentro de casa, então eu comecei a ir sempre na área de lazer, eu ia levar água, suco e café pro Amir e aproveitava para provocar ele, comecei a ir lá de shortinho, vestido curto sem nada por baixo, mini saia, blusinha sem sutiã, só pra provocar ele, Amir sem dúvidas estava adorando minhas visitas.
Quem não gostou nada foi a empregada, rsrsrs. Nossa empregada trabalha em casa a anos e ela é como se fosse minha segunda Mãe, vendo aquela cena ela claro que me deu uma bronca, falou pra mim que eu não devia andar com aquelas roupas pela casa com um homem estranho dentro de casa, eu falei que ela estava sendo muito maldosa, que o Amir era super educado e me respeitava muito, rsrsrs. Depois disso eu tive que reduzir um pouco minhas visitas ao Amir, pois se não podia dar problemas, a empregada já tava de olho em mim, então para eu tentar seduzir o Amir até meu ninho de amor, rsrsrs. Eu precisava ficar sozinha com o Amir, mais o problema é que eu não ficava sozinha com ele, a empregada sempre tava por perto, mais eu já sabia o dia que eu conseguiria ficar sozinha em casa com o Amir, seria na quarta-feira pois a empregada só trabalhava até as 2 h da tarde, depois desse horário a empregada ia embora então seria só eu e o Amir, passei o restante do dia pensando e repensando se eu realmente faria isso, já estava decidida a fazer.

Na quarta-feira eu acordei muito, mais muito excitada mesmo, só de imaginar o que podia acontecer depois das 2 h, então eu comecei a agir, diferente dos outros dias nesse eu não fui pra academia de manhã, não queria ficar cansada e nem dolorida, até porque se tudo desse certo, eu iria fazer um outro tipo de exercício, rsrsrs.
Tirei a manhã para me arrumar, me depilar e fazer outras coisas, eu tava confiante que algo iria acontecer, mais também estava com um pouco de medo, mesmo assim esperei ansiosamente até as 2 h da tarde, finalmente chegou as 2 h da tarde, a empregada subiu para me avisar que já estava indo, se despediu e foi embora, meu coração nesse momento ficou disparado, procurei me acalmar e já decidida comecei a colocar meu plano em prática, plano que eu já tinha em mente, o plano era levar o Amir pro andar de cima de casa, depois me oferecer pra ele e ver o que acontecia, rsrsrs.

Então tirei a roupa e coloquei um dos meus vestidos mais curtos, sem calcinha ou sutiã, o vestido era tão curto que a poupa da minha bunda não aparecia por pouco, me olhei no espelho e eu estava bem provocante e exibida, então desci e fui até a cozinha, peguei um suco e fui levar pro Amir, chegando lá ofereci o suco pra ele, que aceitou, começamos a conversar, eu e o Amir já tínhamos criado uma pequena amizade, mais nesse dia o clima de sedução entre nos dois logo começou, eu já imaginava que o Amir já tinha sacado que eu tava me oferecendo pra ele, e que eu queria algo a mais que amizade apenas, então no meio da conversa tomei coragem e coloquei parte do meu plano em prática, disse pro Amir:

— Eu: Amir, to sozinha em casa e fui tomar banho no banheiro do do meu quarto e algo parece que pegou fogo, cheirou a queimado, tem como você subir pra dar uma olhada lá ?

— Amir: Sim claro eu posso subir e dar uma olhada.

— Eu: Tá bom depois se olha lá então.

Agradeci e fui me retirando, foi quando Amir então disse.

— Amir: Mas eu não sei onde é o teu quarto.

— Eu: Se quiser olhar agora vem comigo que te mostro onde é.

Amir aceitou imediatamente, eu fui à frente dele, conduzindo ele pelo caminho até o quarto, chegando nas escadas, eu fiz questão de subir uns degraus mais rápidos que o Amir, só pra ficar com a bunda na cara dele, como eu estava sem calcinha e de vestido bem curtinho e ele atrás de mim, eu não sei dizer o que ele chegou a ver exatamente, mais com toda certeza ele tava vendo mais do que ele esperava ou imaginava ver, rsrsrs.
Chegamos lá em cima, entrei no meu quarto e mostrei o banheiro para ele, em seguida eu me retirei do banheiro, eu sabia que seria questão de tempo pro Amir perceber que não tinha nada queimado lá no banheiro, então rapidamente coloquei minha segunda parte do plano em ação, rsrsrs.

Me deitei rapidamente de bruços na minha cama e puxei o vestido até minha bunda, deixando ela totalmente a mostra, fiquei ali fingindo que estava lendo um livro, eu estava com a bunda e a xoxota viradas pra porta do banheiro, Amir teria ma bela surpresa ao sair do banheiro, eu estava um tanto nervosa e tensa com o coração disparado, mais estava disposta a fazer, eu ouvia os paços do Amir dentro do banheiro, ele ligou a ducha para ver se estava queimada, em seguida ele me chamou 2 vezes e disse:

— Amir: Pollyanna ! Pollyanna ! Não tem nada queimado aqui !

Eu permaneci deitada de bruços na cama e não respondi, foi então que eu ouvi:

— Amir: Puta que pariu ! Que bunda gostosa é essa !

Amir estava na porta, fiquei muito excitada, meu coração tava disparado, olhei pra trás sorrindo com cara de safada e falei:

— Eu: Achou onde tá pegando fogo Amir ?

Olhei novamente pro livro como se tivesse voltado a ler, percebi que o Amir se aproximou, e me deu uma bela palmada na bunda, fingi que fiquei brava:

— Eu: Tá loco seu tarado, me respeita, sai daqui.

— Amir: Como respeitar uma safadinha dessas, sem calcinha com o rabo de fora se oferecendo pra mim a dias ?

Não respondi nada ele então começou a passar a mão na minha bunda, Amir apertava gostoso minha bunda e dava palmadas, eu respirava cada vez mais ofegante, estava com o coração disparado, mais me fazia de boba:

— Eu: O que é isso ! Para com isso ! Seu tarado !

Eu já estava completamente entregue, Amir percebeu que eu estava só me fingindo de boba, percebeu que eu estava louca pra transar com ele, Amir então levou a mão na minha xoxota que já estava encharcada e começou a acariciar ela, em seguida ele falou:

— Amir: Hummm… Achei um foco de incêndio aqui ! Então é esse fogo que você me chamou para apagar, vou adorara apagar esse fogo !

Eu permaneci ofegante e em silêncio sem reagir, eu tava adorando aquele negro gostoso se aproveitando de mim, Amir então foi pro lado da cama e sentou na beirada, bem do lado da minha cara e tirou o shorts, quando ele tirou os shorts e abaixou a sunga, me saltou aos olhos um caralho negro, Amir ficou com aquele caralho negro e cabeçudo totalmente a mostra, ele então falou:

— Amir: Olha aqui a mangueira que vou usar pra apagar esse teu fogo ! Você tá atrás disso faz dias já né putinha !

Ele pegou minha mão e levou até o caralho dele, sem pensar duas vezes comecei a punhetar aquele caralho negro que já estava um tanto ereto, enquanto eu o punhetava, ele passava a mão na minha bunda e dava palmadas, eu gemia a cada palmada que ele me dava, não me aguentava mais, estava tão excitada que não queria as preliminares, não agora, queria sentir aquele caralho negro dento de mim, então fiquei de 4 na cama e falei:

— Eu: Tem preservativos ai na gaveta do criado mudo.

Amir sem questionar e percebendo que eu estava louca pra transar, colocou um dos preservativos e subiu por cima de mim, senti um pouco de medo daquele caralho negro e enorme me machucar, mas já era tarde pra voltar atrás, aquele brutamontes negro subiu na cama, pegou seu caralho posicionou na entrada da minha xoxota e começou a penetrar, ele foi colocando devagar, o caralho dele era muito cabeçudo e grosso, sentia ele forçar passagem na minha xoxota, parecia que não iria entrar, mais eu estava tão excitada e com a xoxota encharcada de tanto tesão que depois da cabeça entrar, aquele caralho escorregou facilmente pra dentro da minha xoxota, Amir enterrou por completo, senti as bolas baterem nos lábios da minha xoxota, sentir aquele caralho todo dentro de mim me fez soltar um gemido seguido de suspiro. Eu imaginava que seria mais dolorido pelo tamanho e grossura daquele caralho, mais ao me penetrar senti um leve ardor que só durou nas primeiras bombadas, depois foi maravilhoso, o caralho dele preencheu toda minha xoxota, que sensação deliciosa sentir um caralho a preencher toda minha xoxota.

Amir era muito bruto e forte, aquele negro estava faminto por sexo, parecia em fúria e não perdoou minha xoxota, ele me pegou forte pela cintura e começou a bombar com força em mim de quatro, parecia que iria rascar minha xoxota, não sou uma mulher de fingir gemidos ou de gemer alto durante o sexo, só solto gemidos espontâneo, procuro ficar mais concentrada para conseguir chegar ao orgasmo, mais nesse dia não sei explicar eu gemia muito e não conseguia me conter, comecei a perder a noção e já nas estava só a gemer, estava gritando, Amir estava metendo muito, num ritmo alucinante, ele batia forte na minha bunda e me xingava a cada palmada que dava:

— Amir: Você é uma puta !

— Amir: Toma pau safada ! Toma ! Toma !

— Amir: Piranha gostosa !

— Amir: Se gosta né vagabunda !

— Amir: Goza no pau preto do negão !

— Amir: Liga pro teu pai e avisa que to adorando fuder a bucetinha apertada da filha puta dele ! Liga sua putinha !

Eu estava completamente dominada pelo Amir, eu estava fora de si, gemia, passava uma de minhas mãos nos cabelos, nos meus seios, mordia e apertava o travesseiro e o Amir a bombar cada vez mais e mais, Amir me pegava forte pelos cabelos e me puxava com força pra trás e socava o caralho com violência, eu me senti usada por um macho de verdade, logo tive o meu primeiro orgasmo, me contorci toda e cai pra frente de brucos na cama e disse:

— Eu: Vou gozar !

Amir rapidamente subiu por cima de mim, se apoiando nos braços e continuou a me penetrar forte, o que me levou a um orgasmo que durou mais tempo do que o normal, depois que eu gozei, eu estava sem forças e satisfeita, mais Amir ainda me penetrava de bruços, ele parecia insaciável, uma maquina negra do prazer, com eu ainda estatelada na cama a recuperar as energias, Amir ainda me penetrava, ele não parecia que iria gozar tão rápido.Ele então saiu de cima de mim e pediu para me virar de frente pra ele, Amir então se deitou na cama e começou a chupar minha xoxota, ele parecia um a****l abocanhando sua presa, a intensidade de suas chupadas na minha xoxota, me fizeram alucinar, fiquei impressionada com a sua habilidade e destreza para chupar uma xoxota, foram mais de 20 minutos de linguadas e chupões na minha xoxota, me deixando louca de prazer.Claro que eu não podia ficar sem retribuir, então pedi para o Amir se deitar na cama, segurei aquele caralho descomunal que estava um tanto ereto com uma das minhas mãos e retirei o preservativo, em seguida comecei a punhetar aquele caralho negro, que rapidamente cresceu em minhas mãos, Amir me olhou e falou:

— Amir: Chupa essa rola preta, safada !

Fiz apenas sinal que sim, levei a boca até ele e comecei a chupar, aquele caralho negro e cabeçudo, mal cabia em minha boca, comecei a sugar aquele caralho, beijar e lamber, Amir urrava de prazer e dizia:

— Amir: Isso chupa esse pau safada !

— Amir: Nossa que boquinha gulosa !

Senti que o caralho dele iria explodir, pulsava na minha boca a cada chupada que eu dava, mais eu não queria que a festa acabasse naquela hora, olhei pra ele com a maior cara de puta, arquei até a gaveta do criado mudo e apanhei um dos preservativos da gaveta, coloquei no caralho dele, em seguida montei por cima dele, ajeitei com uma de minhas mãos o caralho dele, ele era muito cabeçudo tive que forçar a entrada, entrada que aconteceu de supetão, o caralho dele escorregou para dentro, entrando tudo de uma vez, me fazendo soltar um suspiro e gemido, comecei a cavalgar naquele caralho negro, eu já estava totalmente fora de si, comecei a quicar loucamente naquele negro gostoso, mostrando como eu adorava quicar em um caralho, pedia para o Amir passar as mãos nos meus seios, eu beijava e mordia o Amir, ele estava adorando me dava palmadas e dizia:

— Amir: Isso safada quica gostoso !

— Amir: Se gosta de quicar na vara né vagabunda !

— Amir: Piranha gostosa !

Comecei a quicar mais rapidamente e pedia que ele me desse palmadas na bunda, sempre olhando fixamente para os seus olhos, nos beijávamos, nesse clima gostoso senti que teria um segundo orgasmo e gemendo disse:

— Eu: Vou gozar de novo !

Ao ouvir isso Amir me segurando em seus braços fortes, se levantou e se ajoelhou na cama, me segurando pela cintura, pediu pra eu segurar nos ombros dele e em seguida jogar meu corpo para trás, ele então começou a bombar forte na minha xoxota como um a****l, não me aguentei e disse:

— Eu: Isso assim vou gozar ! Vou gozar !

— Eu: Mete vai ! Mete !

Amir começou a bombar mais rápido me fazendo ter um outro deliciosos orgasmo, Amir não se aguentou mais, alguns instantes depois soutou um urro de prazer e em seguida gozou, senti o caralho dele pulsando dentro da minha xoxota e a porra a encher o preservativo, Amir se jogou pra frente e exaustos caímos abraçados na cama.Eu me sentia completamente realizada por aquele negro gostoso, essa experiência foi deliciosa ! Experiência que abriu caminho pra várias outras loucuras que eu já fiz e continuo fazendo até hoje, rsrsrs.

Amir e eu transamos mais uma vez naquele mesmo dia antes dos meus pais chegarem, e durante os outros dias que ele trabalhou em casa, mais isso eu vou contar pra vocês em uma segunda parte, pois essa já ficou bem grande, rsrsrs.

Beijinhos para todos vocês !

……… CONTINUA !

Categories
Uncategorized

Parte V – Acompanhante

Parte V – Acompanhante
Como achei que este ultimo capitulo estava a ser um bocado extenso, resolvi dividi-lo em dois e como tal, primeiro vou relatar a parte que se segui-o à minha separação e ida para Lisboa e depois publicarei um ultimo relato da minha vida atual em Madrid.

Nos meses que se seguiram à minha ida ao norte, comecei a tratar de seguir as recomendações do Sr. Doutor.
O meu casamento já não fazia sentido nenhum e necessitava de mudar de vida.
Falei com uma pessoa conhecida que me arranjou trabalho num cabeleireiro em Lisboa e aluguei um pequeno apartamento na zona da Graça.
Tive uma conversa franca com o meu marido, que não aceitou bem, disse que queria ficar comigo de que maneira fosse, eu disse-lhe que o nosso casamento estava acabado, que não eram só os homens que eu tinha e que ele sabia, era tudo o resto, estávamos cada vez mais distantes um do outro e o pedido dele para eu foder com um fornecedor para lhe resolver as dividas tinha sido a gota de água.
Sai de casa nessa mesma noite e nunca mais voltei. Separamo-nos oficialmente cerca de 3 meses depois de eu ter estado com o Sr. Doutor.
Vim para Lisboa e esse período foi um dos mais marcantes que já tive até hoje.
A minha vida começou a ser muito louca. Através de umas colegas de trabalho conheci pessoas cujo estilo de vida envolvia muita coisa, pessoas com dinheiro que gostam de viver a vida e com muitos excessos.
Comecei a participar em determinadas festas em que valia tudo, e quando eu digo tudo, é mesmo tudo.
Foi nessa altura que tive as minhas primeiras experiencias de sexo com mulheres, que gostei, tive prazer, nós sabemos fazer minetes muito melhor que os homens, mas eu sou uma mulher de homem. Tive também as primeiras experiencias de sexo com casais e em grupo. Quando vivi com a minha amiga (E) chegávamos a estar as duas a foder ao pé uma da outra mas sem ser os 4 ao mesmo tempo, nada que se compara-se com o que eu experimentei quando estava em Lisboa, haviam festas em eram todos com todos, mulheres com homens, homens com homens, mulheres com mulheres, tudo muito louco, as pessoas não fazem ideia do que se passa ou passava na altura em determinados sítios em Lisboa.
A minha vida era trabalhar no cabeleireiro da tarde até ao final do dia, ia a casa mudar de roupa, ia jantar com as minhas amigas e depois íamos sair para os bares do bairro alto, Cais do Sodré e docas, no final da noite sabíamos os sítios onde iam decorrer determinados encontros (casas particulares) e sobretudo de 5ª feira a Domingo era ai que acabávamos sempre por ir.
Foi numa dessa festas que conheci um homem que veio a ser determinantes no meu percurso de vida nos anos que se seguiram.
Conheci o (T) numa dessas noites em que valia tudo em que ele era um dos homens presentes com quem fodi. Engracei com ele e trocamos de números de telemóvel.
Ele ligou-me logo no dia seguinte a convidar-me para jantar. Fui jantar com ele e nessa noite ele dormiu logo em minha casa. Nessa altura era raro levar homens para casa, também era amante de um homem casado e relativamente conhecido em Lisboa, mas ele tinha um apartamento nas torres das amoreira e era onde passávamos o tempo juntos, nunca íamos para minha casa.
Mas o (T) começou a ficar comigo cada vez mais noites e eu estranhava o modo de vida dele uma vez que não o via a fazer nada e ele aparentava ter imenso dinheiro, tinha um bom carro, sempre bem vestido e jantarmos em restaurantes caros, mas ficava por vezes o dia todo na minha cama, sem fazer nada o dia todo.
Eu não estava muito interessada no que é que ele fazia para viver mas aquilo intrigava-me.
Um dia, quando estava a almoçar com uma colega do cabeleireiro ela perguntou-me quanto dinheiro é que estava a dar ao (T) por cliente. Eu não percebi a pergunta, e perguntei-lhe eu “mas qual dinheiro e qual cliente ?”. Ela ficou um bocado sem saber o que dizer para depois voltar a perguntar “mas tu não trabalhas para ele ? julgava que sim, julgava que eras uma das mulheres dele”.
Foi então que ela me contou que o (T) tinha varias mulheres a trabalhar para ele, que ela própria já tinha sido uma delas mas que desde que tinha arranjado um namorado com quem estava a pensar casar, que tinha deixado de ir a encontros.
Fez-se luz na minha cabeça, agora percebia porque é que nunca o via a fazer nada, sempre ao telefone e com imenso dinheiro.
Nessa noite como quem não quer a coisa dei-lhe a entender que sabia do que é que ele vivia e ele foi muito frontal comigo, contou-me que realmente tinha umas mulheres com quem tinha negócios, que tinha os contactos certos e que cobrava por arranjar clientes, sobretudo clientes com dinheiro, portugueses e estrangeiros.
Disse-me também que se eu quisesse tinha tudo para poder ser umas dessas mulheres, tinha corpo, aparência, sabia estar, tinha presença e sobretudo sabia muito bem como dar prazer a um homem.
Era só eu querer que ele arranjava-me os primeiros contactos e que podia ganhar mais em dois ou três dias que um mês a trabalhar no cabeleireiro.
Não lhe dei resposta nessa noite, mas fiquei a pensar no assunto e cada dia que passava mais eu ponderava a situação. A foder com tudo e com todos já eu andava, sobretudo nessa altura, não havia nada que já não tivesse experimentado, ou pelo menos assim jugava, gostava imenso de sexo, tirando o facto de receber para foder, tudo o resto era igual, estava cada vez mais convencida e a parte monetária também tinha pesou ma vez que se não fosse o meu amante e o (T) a dar-me roupas e coisas caras eu não ganhava dinheiro suficiente para o nível de vida que levava.
Tomei a decisão que tinha que tomar e se fosse hoje teria sido exatamente a mesma., disse ao (T) para me arranjar um cliente.
Lembro-me como se fosse hoje, o (T) ligou-me estava eu a trabalhar a dizer-me para sair mais cedo pois tinha uma marcação para essa noite.
Fui a casa, não sabia bem o que vestir, se um vestido muito provocante ou algo mais discreto, o (T) tinha-me dito que muitas das vezes o encontro incluía ir jantar fora com o cliente, por isso pensei em não levar algo demasiado sexy pois o homem não iria querer que toda a gente soubesse que estava acompanhado por uma puta. Pus um vestido vermelho, sexy mas discreto que me tinha sido oferecido pelo (T), arranjei-me toda e fui ter com um estrageiro ao bar de um hotel em Lisboa situado ao pé do parque Eduardo VII.
Saímos logo de seguida e ele levou-me a jantar. Ele não era inglês mas falava inglês, eu arranhava um pouco e mal falamos ao jantar mas lá conseguimos entendermo-nos minimamente durante a noite. Eu estava mais nervosa ao jantar do que quando fomos para o hotel. Assim que entramos no quarto do hotel, já estava no meu ambiente e comecei a relaxar.
Tivemos uma noite de sexo perfeitamente normal como eu tinha regularmente com outros homens.
Quando me vim embora tinha a certeza que aquele tinha sido o começo de uma nova vida para mim, e assim foi. E aquilo que ganhei por uma noite foi uma absoluta loucura.
No dia seguinte falei com o (T) a dizer-lhe como é que a noite tinha corrido e a agradecer-lhe a oportunidade. Disse-lhe também que ele tinha toda a razão, eu tinha nascido para aquilo.
Despedi-me do cabeleireiro passado poucos dias e meti-me de pés e cabeça na minha nova profissão.
Comecei a ter cada vez mais marcações e ao fim de uns meses já era uma das principais acompanhantes do (T).
Alem dos contactos que o (T) me dava, estava também inscrita em diversos sites de acompanhantes, quer em Portugal quer no estrangeiro (coloco algumas fotos minhas anunciada em sites de acompanhantes, algumas das fotos que tenho colocado são de sessões fotográficas que fiz nesse altura).
O facto de eu sempre ter gostado imenso de sexo fez com que gostasse imenso do que fazia e uma das diferenças para outras mulheres que também são acompanhantes é que eu tinha verdadeiro prazer com os homens que pagaram para me ter. Eu vinha-me e deve ser raro a mulher que tem esta profissão que se vem com um cliente. Eles viam que não era só pelo dinheiro, viam que eu tinha prazer com eles na cama e isso fazia toda a diferença. Ao fim de uns meses eu já tinha uma carteira de clientes bastante completa e recorrente, haviam homens com quem estava praticamente todos os meses.
Nunca ganhei tanto dinheiro na minha vida como naquela altura.
Levei a profissão muito a sério e resolvi cuidar muito bem do meu corpo. A minha rotina de vida era ter três, quatro marcações por semana, por vezes mais e o resto do tempo passava-o no ginásio, a fazer compras, a lanchar e jantar com amigas. Continuava a foder com o (T) mas deixei o homem de quem era amante.
Aprendi inglês numa escola de línguas pois cada vez tinha mais marcações com estrangeiros e isto porque o meu encontro não era só sexo, isso era só no final, muitas das vezes íamos jantar primeiro, as vezes íamos a um bar ou discoteca e só depois para o hotel. Tinha necessidade se poder manter uma conversa durante esses momento e o curso de inglês ajudou-me nisso, depois foi com a pratica.
Ao fim de um ano eu já podia ser considerada uma Acompanhante profissional, já sabia estar com quem quer que fosse e onde fosse, foi apenas isso que me faltou no inicio, pois de sexo já eu sabia e muito, já era muito puta embora não fosse profissional, não ganhava dinheiro pelo muito sexo que fazia.
Fui Acompanhante, ou puta de luxo, como queiram chamar, o nome não me interessa, durante mais de 4 anos, nesse período ganhei imenso dinheiro e tive experiencias únicas, umas boas outras nem por isso, mas faz parte de quem tem esta profissão.
Podia contar vários episódios porque passei durante esses 4 anos. Estive com centenas de homens, algumas mulheres, casais e trios. Conheci tudo o que são fetiches, e à alguns bem estranhos, mas não me recusava a nada. Tinha uma senhora Francesa muito elegante que sempre que vinha a Portugal, jantávamos juntas num restaurante muito discreto em Sintra e depois passávamos a noite a lambermo-nos uma à outra. Deu-me uns vestidos lindos.
Tinha também um casal com quem estava também uma vez por mês. Adoravam vibradores e gostavam imenso de me ver masturbar, só depois fodiamos e ela era bem mais maluca que ele.
Sempre fiz por merecer aquilo que pagavam por estar comigo, por dar prazer, sempre fui profissional e tenho orgulho nisso.
Nem todos os encontros foram bons, longe disso, mas é uma das faturas a pagar.
Podia dar vários exemplos, como uma vez em que houve um jogo de futebol importante em lisboa e tive duas ou três marcações para os dias anteriores ao jogo, sobretudo de estrangeiros.
Acabei por aceitar uma marcação com dois homens estrangeiros que devia incluir mais uma colega de profissão.
Quando cheguei ao hotel, vi logo que a coisa tinha tudo para não correr bem. Eram dois jovens já muito bebidos e sem maneiras nenhumas. Ficamos no bar do hotel à espera que a outra rapariga chegasse mas ela não apareceu (se calhar viu o que a esperava e foi-se embora, que era o que eu também devia ter feito.
Fui com os dois para o quarto. Despi-me na casa de banho e pensei que tinha que despachar aquilo rapidamente.
Eles também já estavam todos nus, comecei a chupar um, mas o outro veio por de trás, começa-me a mete-lo, entrelaça o meu cabelo com a mão e puxa-me a cabeça com tanta força para trás que até deu um estalo. Ainda hoje quando me doem as costas acho que foi por causa daquela besta. O outro chegou-se ao pé de mim e enterrou-me o caralho todo na boca, eu mal consegui a respirar, eu não o estava a broxar, nem conseguia, estava aflita com falta de ar.
O idiota viu que eu estava mesmo aflita e lá o tirou da boca. A seguir quiseram fazer um duplo, meterem-me os dois ao mesmo tempo. Já tinha feito vários duplos, mas não daquela maneira, levei com os dois ao mesmo tempo à bruta, estavam completamente doidos e sempre a chamarem-me imensos nomes. Um deles ainda tentou meter-me uma garrafa, eu não deixei e mal pude arranjei uma desculpa para ir à casa de banho, vesti o meu vestido, agarrei na minha mala e nos sapatos e sai a correr porta fora para o corredor direita ao elevador, sempre a ver se eles vinham atras de mim, mas felizmente não vieram.
Calcei-me e arranjei-me minimamente no elevador. Sai do hotel completamente rebentada.
Outra ocasião que começou bem mas acabou muito mal, foi numa festa de fim de ano numa vivenda com africanos e mais uma serie de acompanhantes. As coisas descontrolaram-se a meio da noite e vi e fiz coisas completamente doidas, que me vou escusar de contar .
Mas foram apenas algumas situações más entre muitas outras boas, a maior parte foram boas.
Foi também devido a ser Acompanhante que conheci o meu atual marido.
O meu marido é espanhol e foi um dos meus clientes à cerca de 7 anos. Ele já na altura tinha uma serie de representações de material informático que o obriga a viajar muito.
Foi numa dessas vindas a Portugal que ele marcou comigo. Fomos jantar e a um bar e logo nessa primeira noite senti que ele era diferente, falamos a noite toda, rimos imenso e chegamos ao final da noite tão cansados que nem sequer fodemos nessa noite. Combinamos encontrarmo-nos no dia seguinte e ai sim estivemos a foder como loucos a noite toda.
Fui com ele de táxi até ao aeroporto, parecíamos dois namorados , até tive vergonha por ter recebido dinheiro pela noite que tivemos.
Passei o resto da semana doida porque ele me ligasse mas ele não me ligou, resolvi também não ligar, afinal ele tinha sido apenas um cliente.
Mas no fim de semana seguinte cá estava ele novamente em Portuga e ficamos o fim de semana todo juntos. Os fim de semana repetiram-se, eu comecei também a ir a Madrid a casa dele até que passado uns meses ele me convidou para ir viver com ele de vez.
Significava mudar tudo outra vez na minha vida e mais uma vez foi o que fiz, passado um mês estava a viver em Espanha e passado um ano estávamos casados.
Deixei obviamente de ser acompanhante, de ser profissional, mas não de ser puta, isso sempre fui e sempre serei. Procurei e procuro ser o mais normal possível dentro do meu casamento, mas tive necessidade de arranjar um amante.

Categories
Uncategorized

Minha primeira vez:

Minha primeira vez:
Sou um cara normal, hoje bem casado com uma linda mulher… mas já tive experiências loucas, e excitantes em minha vidinha. Sou alto, magro, cabelos compridos… e Bem masculino.
Moro em Florianópolis, SC. E Quando eu era mais novo, com uns 23 anos, costumava andar pela cidade inteira para meus compromissos através de caronas.
Eu sempre fui muito viciado em salas de chat, em especial do terra.
Já havia entrado em salas bi, gays e coisas assim, mas mais por curiosidade que por vontade. Mesmo em salas da cidade ou de relacionamento hétero, eu as vezes recebia cantadas de homens. Já havia conversado com alguns, mas sem pretensões. Apenas por respeito e educação. Só de pensar em homem eu tinha nojo.
Tudo mudou um dia de verão… em que eu precisava ir pro norte da ilha. Então resolvi pedir carona como de costume. Um carro parou, entrei. Era de um homem maior que eu, de uns 1,85m, moreno, bem arrumado. Falou que ia pra mesma praia que eu, e fomos…
Ele devia ter uns 30 anos, disse que era de SP. No caminho foi perguntando se eu tinha namorada… e começou a contar suas histórias com a sua mulher. Histórias safadas, detalhes muito excitantes… posições, roupinhas… enfim, deixou claro como gostava de comer uma mulher. E eu, ouvindo atento, ficando excitado… Até que ele soltou a seguinte frase: – e adoro fazer tudo isso com garotos as vezes também… vestidos de menininha.
Aí eu gelei… fiquei sem jeito, e tentei mudar de assunto… e ele insistiu.
Eu brochei na hora… e olhava pra fora… e ele colocou sua mãozona na minha coxa.. e falou olhando nos meus olhos: – Adorei teus cabelos compridos… deixa eu cheirá-lo vai… prometo que não farei nada que você não queira.
fiquei congelado… e ele acariciando minhas pernas…
Olhei pra ele, vi que era um homem grande e passei a achá-lo muito bonito.. mas muito estranho isso tudo. Então ele insistiu, e … pensei que poderia ser algo divertido a parte das roupinhas.. então eu fiz que sim com a cabeça. Ele entrou no primeiro motel que cruzamos.. existem muitos nesse caminho…
E pra minha surpresa, ele estacionou o carro, e tirou uma bolsa… fomos pro quarto… e ele começou a tirar roupas de mulher daquela bolsa azul marinho.
Olhou bem pra mim e pediu que eu vestisse um conjunto com calcinha, cinta-liga, meia 7/8 e sobre tudo um vestidinho branquinho longo, compridinho… muito lindo!!… fiquei morrendo de vergonha.. e ao mesmo tempo, com curiosidade.
Fui no banheiro, me vesti… e voltei.
Ele me esperava deitado na cama… só de cueca e camiseta. Falou que me trataria com muito carinho e respeito.
Fiquei me sentindo virgem novamente… estático, sem saber o que fazer.
Ele me colocou sentado, digo, agora sentada, na cama… e sentou por trás de mim com as pernas abertas, me envolvendo com elas… enquanto fazia massagem em minhas costas… foi acariciando minha nuca, minhas orelhas… fui relaxando e sentindo arrepio ao mesmo tempo…
Até que comecei a sentir seus lábios quentes em meu pescoço… e então comecei a derreter… e ele começou a beijar meu pescoço, dizendo que estava sentindo o cheiro de meus cabelos…
Suas mãos que estavam no pescoço começaram a descer pelos meus braços… relaxei mais… e ele foi me abraçando, beijando meu pescoço… me envolvendo com seus braços, e aproximando mais seu corpo quente do meu…
Quando percebi, estava com ele completamente colado em minhas costas.. e eu já sentia seu pau esfregando na base de minha coluna…
Então “instintivamente”, pelo calor do tesão que estava começando a sentir com seus carinhos… eu passei a empinar meu bumbum, que com o vestidinho apertado ficava mais redondinho que já é. Passei a sentir seu pênis esfregando em mim.. e isso me fez relaxar mais ainda.
Então ele foi me puxando de forma que ficamos deitados, em conchinha, com ele me envolvendo completamente…
Suas mãos começaram a explorar minhas pernas… e começaram a levantar o vestido… passei a sentir suas pernas tocarem as minhas que estavam com meia 7/8 branca.
Senti sua mão em meu bumbum… arrepiei por completo… agora sentia sua mão em meu bumbum e seu pau, sob a cueca, esfregando meu rabinho… comecei a rebolar com ele… que me puxava mais…
E senti sua boca descendo… pelo vão que o vestido tinha em minhas costas… e chegando na minha bundinha inexplorada… arrepiei por completo… sentindo seus lábios e língua… que com ajuda de seus dedinhos foi afastando a calcinha, que era branquinha e comportada, mas muito sensual… com rendas e uma seda indescritível no bumbum, que deixava levemente enfiadinha… que agora saia de meu corpo,que era tomado por sua língua caliente.
Ele abaixou a parte de trás da calcinha… e passou a lamber e beijar meu cuzinho me deixando mais arrepiada que nunca estive.
Então passou a lambê-lo e acariciá-lo com dedinhos safados…
A esta altura eu já estava me contorcendo de prazer… de olhos fechados, apenas sentindo meu novo dono…
que me surpreendeu se invertendo, e ficando com seu pau no meu rosto, agora que eu vi de perto… era bem maior que o meu… mas muito lisinho, bonito e cheiroso…
Então ele pediu carinhosamente para que eu o colocasse na boca… eu o fiz.
E comecei a sugá-lo, inexperientemente, mas com cuidado que eu já havia percebido ser necessário por minhas namoradas até então.
Eu chupando-o e ele acariciando meu rabinho com seus dedinhos quentes e gostosos… Chupei-o muito.. cada vez estava mais gostoso… quando senti seu dedinho com um creme geladinho… passar a explorar meu rabinho de forma mais profunda… e estranha.
Esta sensação foi demais… e passei a relaxar e a gostar de seus dedinhos, que aos poucos iam ocupando mais espaço e se multiplicando dentro de mim.
Então foi maravilhoso chupar aquele pau divino, sentindo estes novos carinhos…
Até que ele perguntou se eu gostaria de continuar… falei que sim… e ele pediu que eu montasse nele, que seria mais fácil de eu controlar possíveis dores…
Deitou de barriga pra cima, e só então quando levantei para cavalgá-lo, que reparei que havia um espelho enorme sobre nós…
Ele tirou o meu vestido, me deixando exposto apenas com calcinha, cinta, meia e bustiezinho… Me vi no espelho e me achei realmente muito feminina… linda. Tirei a calcinha…
Coloquei camisinha… Comecei a sentar sobre seu pau… que foi entrando beeem lentamente em meu buraquinho inexperiente…
Senti uma dor de leve… parei e ele falou para relaxar e esperar um pouco até passar… sem descer mais… relaxei e continuei mais um pouco.. estava quase no meio… doeu muito… parei, saí… ele disse para eu fazer força como se estivesse colocando para fora, mas com ele entrando… eu fiz… e realmente passou um pouco a dor e ele entrou mais fundo…
Neste ponto eu já passei a cavalgá-lo.. e cada vez que voltava ele entrava um pouco mais em mim… até que entrou por completo… e passei a sentí-lo inteiro, quente e gostoso dentro de mim…
Quando eu estava mais relaxado… e já sentindo prazer com minha nova experiência… ele me empurrou pro lado, tirou sua camiseta… e pude ver melhor seu tórax lisinho e definido… eu acaricie-o… dei uns beijinhos no seu peito, pois o achei lindo… e ele me virou de costas… me colocando de 4 sobre a cama…
Me segurou pela cintura e começou a encaixar em mim nesta posição…
Começou a me chamar de menininha gostosa enquanto metia… cada vez mais forte e mais rápido… e eu passei a delirar de prazer… e a rebolar em seu pau… pedindo mais e chamando-o de meu gostoso! Ele acariciava e puxava meus cabelos.. então entendi seu fascínio…
Após um bom tempo assim… eu cansei de ficar de 4… e pedi pra mudarmos de posição.. ele me colocou deitada de barriga para cima… afastou minhas pernas, levantando-as e … veio com carinho pra cima de mim… Me vi então vestida de mulher, sendo comida como franguinha com um homem sobre mim… ele com costas largas e fortes… me possuindo maravilhosamente!
Ele foi entrando em mim e eu gemendo… só de prazer agora…
Ele olhando nos meus olhos… me chamou de linda, me deu um beijo … e senti um calor dentro de mim…
Gozou maravilhosamente. E eu delirei ao ver isso… ao ver seu prazer… gozei junto… mesmo estando de pau mole o tempo todo. Nunca tinha ejaculado de pau mole… foi muito estranho e gostoso.
Ficamos abraçados um pouco.. relaxei, não sei se adormeci. Percebi que ele começou a tirar o restante de minhas roupinhas… me pegou no colo, e me levou para a banheira, que estava cheia e quentinha… entrou comigo e fiquei sentada com ele por trás… me beijando o pescoço… e falando como eu era gostosinha…
Me fez massagens… relaxei assim… Até sentir seu pau ficando novamente duro por trás de mim…
Mas a esta hora fiquei preocupado com o horário.. e lembrei-o que eu estava indo para um compromisso…
Ele olhou com cara de pidão… e eu comecei a masturbá-lo dentro da banheira…
e ele acariciando meu cuzinho novamente…
Assim ele parou minhas mãos… com as suas… me abraçou forte… e me trouxe pra fora, me envolvendo em uma toalha. senti seu corpo, e vi que ele era realmente maior que eu… senti seu pau roçar minha perna e começando a amolecer…
Abraçados, ele me agradeceu, me beijou e perguntou se eu havia gostado.
Respondi que não sabia… mas que tinha sido muito gostoso.
Nos vestimos, saímos do motel… ele me levou até meu compromisso… e ele se foi… e eu passei um dia sem saber o que havia acontecido… se era sonho ou realidade, estasiado. Já longe… lembrei que não trocamos contatos… e eu nunca mais o vi… tentei pedir carona no mesmo lugar… rsrsrs fui na praia onde ele falou que estava com sua família… mas não o vi mais.
Desde então eu passei a ter curiosidade .. e descobri meu lado CrossDresser (CD)…
que só aparece quando estou acompanhado… Mas não encontrei mais homens dispostos a ter um prazer deste comigo… e procuro até hoje um homem carinhoso que me satisfaça desta forma…
Se você for este homem, me escreva. Pois mesmo casado com mulher, este desejo de remember, eu sendo a mulher, me encanta… e que isto seja nosso segredo.

Categories
Uncategorized

Mulher comigo é assim….

Mulher comigo é assim….

Apesar de não ser tão velho, sigo os preceitos da sábia e velha guarda masculina. E sou fiel aos princípios da pré-história dos casamentos. Vou dizer a verdade: sou quadrado, retrógrado e machista mesmo! Principalmente no que diz respeito a coisas de cama. Mulher pra mim tem que se dar ao respeito, tem que ser digna e recatada. Hoje sou viúvo, mas fui casado por quase dez anos e minha mulher, por exemplo, nunca abriu a boca pra pronunciar um só palavrão na cama. Era boquinha calada e perninhas abertas. Não era louca! Nunca fomos além do correto e gostoso papai-e-mamãe. O resto pra mim é falta de vergonha na cara, coisa de gente safada! Não sei como tem marido que permite a mulher chupar o pênis! Isso é coisa de puta, meu Deus! Será que os homens não percebem que, praticando essas safadezas com suas companheiras, acabam iniciando-as na putagem?! E que estupidez se esforçar pra fazer a mulher gozar! É marcar gol contra, cidadão! Mulher não tem que gozar coisa alguma! Se goza uma vez trepando, daí pra enfeitar a cabeça do marido é um pulo. Sai dando pra tudo que é macho que aparece, pra gozar mais. Nunca deixei minha esposinha gozar. Não tinha essa frescura de preliminares, não! Era meter logo e gozar ligeiro – eu gozar ligeiro, obviamente.
Bem, agora voltando à questão das safadezas, há casos excepcionais em que você tem que ser um pouquinho flexível, sabe? Senão quem perde é você mesmo. Por exemplo, ultimamente conheci uma garota assim mais jovem e bonita que tem me dado umas dores de cabeça. Deu mole e eu catei. Mas sabe como é que é: mulher nova e bonita é coisa vaidosa, caprichosa, fogosa e arisca. A minha é um diabo! Tive que fazer muitas concessões pra não deixar a bichinha voar. Primeira briga foi por causa da roupa, ou falta dela, melhor dizendo.
– Esqueceu de se vestir, filha?gracejei uma vez que nos encontramos pra jantar fora.
O decote era aquela coisa e a saia mais curta que a calcinha. Ficou uma arara com o chiste e puxou os peitos ainda mais pra cima.
No começo era uma nenenzinha bem comportada – as fraldinhas é que eram atrevidas. Conheci-a e me apaixonei por seu jeitinho ingênuo e infantil. Só os olhos é que tinham uma expressão sonsa, um modo assim de rolarem para o canto com um sorriso de menina travessa que acabou de aprontar. Mas me apaixonei, corri atrás e conquistei, com muito charme e conversa fiada, claro. Mas o nome era estranho : Enilom. Gostaria que fosse Maria que é mais comum. Toda mulher deveria se chamar Maria, como a mãe de cristo. É um nome tão bonito, puro e casto! Do jeito que toda mulher deveria ser.
O problema é que Enilom não tem nada a ver com nomes beatos. Pelo contrário. Primeira vez que ficamos sozinhos em minha casa, fiquei decepcionado. O programa era só assistirmos a um inocente filme, ali mesmo no sofá da sala. Depois eu levava a criança pra casa. Ela tinha dito que era programa de índio, que legal mesmo era ir pra balada. Lá sou doido de levar mulher minha pra balada, prum mói de macho tarado ficar comendo com os olhos? Não teve escolha, não; foi filme mesmo. Era só nosso terceiro encontro. Eu pegava na mãozinha, dava beijo no rosto e na boquinha – sou machista mas sou carinhoso. E adivinha? A garota foi se animando, esquentando e, quando vi, a mãozinha audaciosa estava apertando meu pinto já meio duro pelos beijos na boca, o cheirinho e a quentura do corpo macio.
– Ôpa! Enilom! Pera aí! nada dessas sem-vergonhices aqui comigo! Não gosto de mulher atirada, eu ralhei pra pôr logo moral no início e não deixar a coisa desandar depois.
Onde já se viu uma moça de família querer pegar nas coisas do namorado logo nos primeiros encontros? E se fosse pra casar depois, como ficava? Já pensou, a sacanagem dentro do seu lar? Já disse: mulher é pra se comportar na frente de um homem, as mão quietas como as de uma bonequinha. Não tem nada que ficar pegando nas partes vergonhosas da gente.
Mas ela ficou surpresa com minha reação. Começou a chorar de repente e quis ir embora. Era sensível e esquentadinha.Tive muita mão-de-obra pra acalmá-la. Abracei quando já ia entrando no elevador, trouxe de volta enxugando as lagrimazinhas que rolavam até o queixo lindo. E levei-a pro sofá novamente.
– Deixa de bobagem, filha; pra que isso? Pronto, já passou! vamo acabar de ver o filminho…
E abracei, consolando-a com beijos no rostinho e tapinhas na coxa. Disso ela gostou. Ficou toda feliz e sorridente. Mas daí a pouco a mão sem-vergonha, já esquecida de tudo, estava me apertando outra vez. Era muito quente e não se controlava. Para evitar outro aborrecimento, acabei deixando. Ficou nessa putaria de me apertar – eu estava meio duro sem querer. Depois, por safadeza, deitou a cabeça no meu colo, pouco a pouco se virando, se virando, até a boca me morder a cabeça do pinto sobre o tecido da bermuda.
– Ai! Enilom! Não faz isso!
– Que que tem?! É bom! deixa, vai!
– Deixo, não! Se aquieta!
Mas mordeu de novo. Tentei afastá-la mas não consegui. Tive que deixar, né? Ia fazer o quê? Brigar de novo e arriscar perder aquele anjo? Sou quadrado e casca-grossa mas não sou estúpido. O diabo é que não dá pra manter o controle da situação com uma coisinha daquelas mordendo a cabeça do pinto da gente, fazendo carinho com os dedos nos testículos, beliscando e até babando a bermuda. O bicho foi gostando, se animando, crescendo, inchando até doer, apertado na cueca.
– Tá gostoso? ela me perguntou, virando-se e olhando pra mim com o sorriso mais safado e lindo do mundo.
– Melhor parar por aqui….ui! não morde assim!
Parou coisa nenhuma! A tarada quis libertar o passarinho e eu não pude resistir. Abriu o zíper, o botão dabermuda, puxou a cueca e agarrou com força. Quis chupar. Tentei impedir pelos motivos já expostos. Mas insistiu, lutou contra minhas mãos dando risadas e quando a boquinha quente tocou a glande, e a língua dançou em cima… Cristo ! Derreti-me todo, meu pênis deu saltos, meu corpo tremeu-se dos pés à cabeça.
– Hum! menina! Isso é… imoral… mas é tão… gostoso! eu gemia.
E me chupou forte e gulosamente, boquinha morna e molhada, lambendo, mordendo, apertando e sacudindo de vez em quando. Eu não sabia que moças assim ingênuas aprendem a fazer essas coisas tão bem. E queria porque queria me colocar todo na boca. Eu já não agüentava mais e…hei! já falei demais! Isso é coisa que fica só entre mim e ela, seus curiosos! Basta dizer que não ficamos só nisso e que eu descobri, com certa decepção, que já não era mais moça. E comportou-se muito mal, dizendo muitos nomes feios pulando no meu colo e me mordendo o pescoço. Tá certo que foi uma delícia senti-la me apertando quente e meladinha, até me obrigou a mamar nos peitinhos inchados! Ah! Mas quando me acalmei e recobrei a razão, coloquei ordem na putaria; passei-lhe uma boa lição de moral e fui deixá-la em casa. Foi um sermão daqueles dentro do carro.
Entretanto, a coisa já tinha começado torta e seguiu torta mesmo. Foi ficando mais mal-criada e desobediente a cada dia. Não me respeitava a cachorra! Nunca mulher minha tinha sido tão atrevida e sem-vergonha. Queria foder sempre que estávamos juntos e, se eu contar, ninguém acredita, mas desejava praticar as maiores loucuras do reino de Cicciolina(esta é do meu tempo). Mas não levei a mal porque sei que isso é coisa de mulher nova e que com o tempo vai aprendendo a ter modos.
Mas é uma pimenta! Uma vez estávamos na praia, barraquinha com música alta,camarão cozido, cervejinha gelada, as ondas a poucos metros dos nossos pés, eu numa espreguiçadeira, Enilom sentada no meu colo. Queria me beijar na boca e apertar minhas coisas na frente de todo mundo.
– Enilom, aqui não! Quando você começa vai longe. Olha o respeito com as pessoas.
– Vamo fazer amor dentro d´água, vamo?!
– Tá louca?!
Foi o início de uma discussão. Sorte que os banhistas ao redor não nos escutavam por causa da música alta e porque eu procurava manter a conversa num tom baixo e calmo. Ela é que se espoletava e me dizia um monte de asneiras. Era uma criança mimada e dava vontade virá-la de bruços e encher-lhe a bunda de palmadas pra aprender a me respeitar. Mas praguejou, praguejou até ficar quieta. De repente, senti uma coisa líquida e quente escorrer por minhas coxas.
– Nenem, que diabo é isso, hein?
– Tô fazendo xixi, ora!
– Como é?!
– Xixi; deu vontade e fiz!
– Em cima de mim, sua nojenta?! Por que isso, meu Deus?!
– É melhor a gente entrar na água pra se lavar.
A mijona disse isso e saiu correndo pro mar com o biquíni todo mijado na bunda. Eu me levantei logo, olhando pros lados com vergonha e medo de as pessoas terem percebido aquilo. Acabei indo pra água também. Ô vexame! Eu andando rápido de cabeça baixa cobrindo com as mãos o calção ensopado só na frente. Eu quis brigar, mas ela agarrou meu pinto por debaixo d´agua e eu fiquei sem fala, sua mãozinha me espremendo gostosamente e os peitinhos duros se esfregando em meu braço enquanto ela me lambia a orelha. Era um arrepio atrás do outro. Graças a Deus que não deu pra fazer nada de mais ali, pois a movimentação das pessoa ao redor era grande. Mas quando chegamos em casa, a lembrança daquela danação dela, ao mesmo tempo que me enfurecia, excitava-me terrivelmente. Fiquei com ódio no pênis! Foi o papai-e-mamãe mais “hardcore” da história!
Depois disso, virou bagunça total. Ela não me respeitava um pingo mais. E calava as mais duras lições de moral com um único beijo de surpresa, a mão tirânica metida na cueca num golpe baixo de prazer.
– Amor, se eu pedir uma coisa, você faz? perguntou-me uma vez dessas que me manipulava.
– Depende.
– É uma coisa que uma amiga fez com o namorado e adorou.
Já fiquei de orelha em pé.
– Que que é dessa vez, hein?
– Sabe, é um negócio que nunca fiz e quero experimentar. Promete que vai fazer?
– Sem saber do que se trata não prometo nada.
– Bem, quero sentir seu pinto no bumbum!
– Jamais, minha filha! Mulher minha não dá a bunda nem pra mim! Ora que coisa mais desavergonhada!
Era mesmo o cúmulo! Se fosse uma perdida qualquer, eu tirava o cabaço com todo prazer, mas a minha namoradinha adorada, provável futura esposa…Inaceitável! Digam se eu não tinha razão! Botava na bundinha, ela gostava e depois ia querer saber se com outro não era melhor. Não, não! Mulher que leva bicuda na bunda fica doida. Quer sempre mais e mais.
– Mas eu quero e vou fazer com você ou com quem estiver interessado, ouviu?
Tá vendo, camarada, no que dá permitir libertinagem no namoro ou no casamento? Vai tudo por água abaixo. Não é nem moralismo; é prudência mesmo, defesa anti-cornagem.
– Aí já é demais, Enilom! você me respeite!
– Então tá, ela disse, sacudindo os ombros como se não se importasse.
Foi o início de meu maior tormento. Fiquei num grande dilema: se eu inaugurasse o anelzinho, era abrir a porteira pros outros. Por outro lado, se eu não fizesse…
”Chifre não, Enilom! Tudo menos isso!” gritei desesperado na manhã seguinte após acordar de um terrível pesadelo. Tinha me arrependido de tê-la deixado partir sem resolver a questão de uma vez por todas. Quando a recebi em minha casa à noite, a ansiedade e o medo de uma desgraça eram insuportáveis. Fiquei bem preocupado quando notei que ela estava assim meio desconfiada, esquisita. Alguma ela tinha aprontado. Levei-a para o quarto e tirei-lhe as roupas. Ficou peladinha já doida pra se danar comigo. Mas primeiro ordenei que se deitasse de bruços na cama.
– Pra quê?!perguntou-me animada.
– É surpresa.
Obedeceu-me contente. Subi na cama, ajoelhei-me e abri a bunda linda pra examinar e tirar umas dúvidas.
– Enilonzinha, por que sua rodinha está tão vermelha, meu bem?!eu perguntei já querendo chorar.
– Dei prum amigo; você não quis e eu dei.
Tentei dizer alguma coisa, mas a garganta estava fechada. As lágrimas vieram aos meus olhos e eu me sentei na cama e chorei. Corno pela primeira vez, e ainda usurpado de um tesouro que era único e só meu! Ô dor aguda, gente! Quem disse que chifre nasce na cabeça? É no coração, pois é lá que dói!
– Amor, é brincadeira, ela me disse, me abraçando e me beijando pra me consolar.
– Como que é brincadeira, se…
– Foi só uma esfregadinha com um vibradorzinho, pra ir me acostumando.
– Você jura?
– Juro, juro, sim!
Que felicidade saber que não era corno e que ainda poderia ser um pioneiro entre aqueles montes macios! Tomei uma decisão:
– Enilom, se quer mesmo dar a bunda vira pra cá que cheguei primeiro.
– Então vai fazer?!
– Agora mesmo!
– Ah! Querido! Então pega o gelzinho ali na minha bolsa.
Que vergonha passar gel lubrificante no rabinho da namoradinha da gente pra lhe enfiar o pinto! Se fosse uma qualquer, mas uma companheira assim querida…pega até mal contar essas coisas, mas é pra dar o exemplo, né?
Então lá estava ela, cabecinha no travesseiro e bundinha redonda pra cima, louca pra comer meu pinto já durão.
– Enilom, com licença, mas vou meter agora.
– Tô esperando.
Coloquei a cabeça com tanto carinho na entrada lambuzada que ela nem reclamou quando entrei. Fez foi gemer de prazer.
– Hum…que gostoso! mete mais, mete!
– Não fala assim que é sem-vergonhice! Fica calada.
– Faz gostoso, faz!
– Cala a boca, safada! ralhei zangado e entrei fundo.
– Ui! querido! é assim que eu gosto! Mete com força, mete!
– Ah!! depois não se queixe!
E castiguei forte mas gostoso, minha princesa gemendo e gozando enquanto eu fazia um carinho bom na xana fofinha e molhada. Só parava de vez em quando pra dar beijo na boca e dar lambidinhas na fenda quente, o buraquinho abrindo e fechando excitado entre meus olhos. Quando eu o preenchia de novo, ela rebolava dando gritos doidos pedindo sempre mais.
– Entra na pequena agora, amor, ela pediu e eu atendi com muito gosto.
Mas logo pediu pra pôr de volta na traseira. E ficou nessa safadeza: na pequena, na bundinha, na pequena, na bundinha, na pequena…
Desse jeito eu não gozava nunca, só ela.
– Enilom, vê se se decide que também quero gozar.
– Pode encher o tanque de trás meu anjooooooooooooo!
Nossa! Fiquei alucinado quando ouvi isso. Escorreguei marvilhosamente por alguns minutos e me darramei num gozo fantástico.
Depois ganhei beijos e elogios. Foi tudo tão desonroso, mas tão bom!
Pois é meus, queridos, já deu pra notar que as coisas que eu disse lá no início, na verdade ficaram no passado faz algum tempo. É tudo ao contrário hoje em dia, tenho que confessar. É a vida; a gente tem que acompanhar o a evolução dos tempos, as novas tendências. Se os anos não são mais dourados, ao menos estão mais abertos. Hoje sou um homem tão feliz dando todo o prazer que minha doce Enilom deseja! Faço tudo que ela me pede na cama, todas as vontades, fantasias e caprichos. Vou até confessar uma coisa: não acreditei muito naquela estória de vibrador, não. Tem um amigo nojento com quem ela anda pra cima e pra baixo o dia todo. Mas e daí ? acabei descobrindo que ser corno também tem suas vantagens. Nem é tão ruim assim. Depois é só fazer de conta que não vê e fica tudo bem. O mais importante é que ela me ama e sempre retorna pra mim toda alegrinha e feliz.
Beijo na boca, Enilom!